Francia, il giorno della verità per il governo di Macron. Dopo il weekend di fuoco oltre due cittadini su tre vogliono la sfiducia – Il sondaggio

Alle 16 di oggi l’Assemblea nazionale discute due mozioni di sfiducia nei confronti dell’esecutivo. Giovedì il prossimo sciopero generale

Nel giorno in cui l’Assemblea nazionale si prepara a votare due mozioni di censura al governo, il presidente francese Emmanuel Macron rischia l’osso del collo. Non direttamente, dato che ad andare alla sbarra politicamente è il suo governo, ma certo indirettamente: una deposizione da parte del Parlamento dell’esecutivo da lui insediato sarebbe un colpo formidabile al suo secondo mandato presidenziale, iniziato da appena un anno. Al momento il bilancino dei numeri all’Assemblea nazionale sembra scongiurare questo finale – grazie al decisivo sostegno alla riforma delle pensioni, e dunque al governo, del centrodestra dei Républicains. Ma le sorprese sono dietro l’angolo. E in ogni caso, comunque vada, Macron resterà col cerino in mano di fronte a un problema ben più ampio e strutturale: il crollo verticale della fiducia nell’Eliseo e nel governo che ne emana. Secondo un sondaggio dell’emittente francese Bfmtv, oltre due francesi su tre – il 68% – vorrebbe che oggi venisse approvata la sfiducia all’esecutivo di Elisabeth Borne. E due francesi su tre giudicano altresì il ricorso di Macron all’articolo 49.3 come una «negazione della democrazia». Giovedì 16 marzo, il presidente francese ha deciso di fare uso di un articolo della costituzione che gli ha concesso di approvare la contestatissima riforma delle pensioni – che prevede un’innalzamento dell’età pensionistica da 62 a 64 anni – senza il voto del parlamento. Una forzatura istituzionale, secondo le opposizioni. Una mossa inevitabile, secondo la maggioranza di governo. Fatto sta che alla maggioranza dei francesi pare che non sia andata giù la decisione di Macron di assumersi la responsabilità politica di portare avanti la riforma anche senza il via libera dell’Assemblea nazionale.


Parlamento in bilico, piazze in fermento

Il voto decisivo si terrà questo pomeriggio, a partire dalle 16. Sono due le mozioni di censura depositate la scorsa settimana: una dal Rassemblement National di Marine Le Pen e l’altra dai centristi indipendenti del Liot. Ed è proprio quest’ultima che raccoglierà il massimo dei voti, dall’estrema destra fino all’estrema sinistra. Il faro resta puntato sui Républicains, ancora indecisi. Il leader del partito, Eric Ciotti, ha detto che i suoi deputati non voteranno a favore della sfiducia. Alcuni dei suoi, però, lo hanno smentito pubblicamente. E il sondaggio di Bfmtv rivela che il 53% degli elettori Repubblicani sarebbe a favore della caduta del governo. I sindacati e il leader di sinistra Jean-Luc Mélenchon ribadiscono che la mobilitazione continuerà in ogni caso, a prescindere dal voto di oggi pomeriggio. Oggi e domani a Parigi continuano i disagi del trasporto aereo, mentre il prossimo sciopero generale è previsto per giovedì 23 marzo.


Foto di copertina: EPA/TERESA SUAREZ | Una protesta a Parigi contro la “scorciatoia” di Macron per approvare la riforma delle pensioni (18 marzo 2023)

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