Francia, respinte le mozioni di sfiducia: la riforma delle pensioni è legge. Scontri a Parigi e in altre città – I video

Il governo supera la prova dell’Aula ma nel paese si moltiplicano le manifestazioni di dissenso: più di 140 persone sono state fermate nella capitale

La contestata riforma delle pensioni è legge. È stata respinta anche la seconda mozione di censura (come la nostra sfiducia) contro il governo di Elisabeth Borne, quella presentata dal Rassemblement National di Marine Le Pen. I voti in favore della mozione sono stati 94 sui 287 necessari, 6 in più degli 88 deputati del partito. Non ha raccolto i 287 voti necessari nemmeno la mozione «transpartisan» presentata dal partito indipendente Liot, votata da tutte le opposizioni al governo Borne dopo la riforma delle pensioni, voluta dal presidente francese Emmanuel Macron. La presidente dell’Assemblea nazionale, Yaël Braun-Pivet, ha annunciato dal palco dell’Assemblée Nationale che la mozione di censura è stata respinta, con soli nove voti di scarto rispetto alla maggioranza assoluta necessaria per la sua approvazione, ovvero 278 voti. Per Mathilde Panot, di La France Insoumise, partito di Jean-Luc Mélenchon, ha proclamato che «questi 9 voti risicati che mancano non risolvono niente. La situazione resta la stessa, noi continuiamo la mobilitazione fino al ritiro di questa riforma delle pensioni». Per domani mattina – fa sapere l’Eliseo – è previsto un vertice tra Macron, la premier Borne e i leader della coalizione di governo. In serata, invece, il presidente francese riceverà i parlamentari della maggioranza.


Le proteste

Dopo l’annuncio della bocciatura di entrambe le mozioni, si sono verificati i primi scontri a Parigi nei pressi dell’Assemblée Nationale fra i manifestanti arrivati per protestare contro la mancata sfiducia al governo. Oggetti sono stati lanciati da parte dei manifestanti contro la polizia che aveva dato ordine di dispersione del corteo non autorizzato. In risposta, diverse cariche e lancio di lacrimogeni. Gruppi di manifestanti si sono ritrovati da Les Invalides all’Opéra, da rue de Rivoli alla Bastiglia: almeno 140 le persone fermate dalla polizia. Gli scontri e i disordini non hanno riguardato solo la capitale, ma diverse città francesi, come Nantes, Rennes, Tolosa, Rouan. A Brest, Amiens e Auch sono state prese di mira diverse sedi di partito. A Lione circa 500 persone si sono radunate e hanno fronteggiato la polizia nei presi del tribunale, dando fuoco alla spazzatura e lanciando petardi contro gli agenti, che hanno risposto con cariche e lancio di lacrimogeni.


Borne: «L’articolo 49.3 non è l’invenzione di un dittatore»

«L’articolo 49.3 della costituzione francese, che consente di varare una legge senza passare per il parlamento salvo adozione di una mozione di sfiducia, non è l’invenzione di un dittatore», ha detto la premier francese, Elisabeth Borne, difendendo il ricorso a questo contestato articolo della carta costituzionale francese per adottare la riforma delle pensioni. Intervenendo in aula all’Assemblea Nazionale, la leader del governo ha assicurato che l’esecutivo non è «mai andata così lontano nella ricerca di un compromesso sulle pensioni».

La protesta dei deputati in aula

Durante l’intervento di Elisabeth Borne alla seduta dell’Assemblée Nationale per la presentazione di due mozioni di censura al governo, gran parte dei deputati delle opposizioni hanno lasciato i banchi dell’aula. «Canti, urla, invettive, colpi sui banchi: ecco lo spettacolo al quale si sono abbandonati giovedì scorso certi deputati. Non è stato un fatto isolato, ma il parossismo di intere settimane in cui abbiamo visto l’antiparlamentarismo in tutte le sue manifestazioni», ha detto la premier Elisabeth Borne. «Intervento dopo intervento – ha continuato Borne – ho constatato che non ci sono davvero limiti alla doppiezza. Sono gli stessi che hanno fatto di tutto per limitare il dibattito che ora vengono a rimproverarci di aver limitato il dibattito. Questi comportamenti sono gravi». L’intervento di Elisabeth Borne, che ha convocato i ministri per questa sera, era l’ultimo prima del voto sulle due mozioni di censura.

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