In Evidenza ENISiriaUSA
POLITICABambiniCalabriaCalunniaCamera dei deputatiConsiglio europeoCrotoneCutroFdIGiorgia MeloniGoverno MeloniImmigrazioneInchiesteNaufragiPunti di VistaUnione europeaVideo

Consiglio Ue, la replica di Meloni ai deputati: «Non sono Mosè, una calunnia dire che lasciamo morire i bambini» – I video

22 Marzo 2023 - 12:41 Felice Florio
In vista del prossimo Consiglio europeo, il capo dell'esecutivo risponde agli attacchi delle opposizioni

Come ieri al Senato, oggi – 22 marzo – Giorgia Meloni è a Montecitorio per un confronto con i deputati sulle posizioni che il governo esprimerà a Bruxelles, i prossimi 23 e 24 marzo. La replica della leader di Fratelli d’Italia alle dichiarazioni dei parlamentari è più accesa rispetto a quella del giorno precedente. Spadroneggia il tema dell’immigrazione: «Ho sentito una grande quantità di cose false in questo dibattito, ma la considero una buona notizia. Quando si ha bisogno di dire cose non vere, evidentemente non si ha molto da dire su quello che vero è», esordisce. La presidente del Consiglio critica il tentativo delle opposizioni di sollevare dubbi sugli sforzi per il salvataggio dei migranti naufragati a Cutro. E rivendica: «Questo governo è quello che potenzialmente è riuscito a salvare più migranti in relazione alle partenze». Nel caso specifico della tragedia dello scorso 26 febbraio, avvenuta a pochi metri dalle coste calabresi, Meloni sottolinea che la segnalazione di Frontex sui fatti di Cutro era di polizia, «di presenza di una nave ma non di difficolta».

La difesa di Meloni alle critiche per la tragedia di Cutro

«Pur senza avere evidenze e prove, e nonostante il Governo abbia raccontato quanto accaduto a Cutro minuto per minuto, si continua implicitamente a voler dire che il Governo non avrebbe salvato queste persone perché non aveva la volontà di salvarle. Poi quando l’ho chiesto direttamente mi si è risposto di “no”, ma si continua a insinuare questo dubbio pur senza avere elementi. Se non hai le prove non hai nemmeno un colpevole, non si stabilisce a monte un colpevole. Ai colleghi sfugge la conseguenza di questo dibattito: dall’inizio del mio mandato l’Italia ha salvato 36.500 persone in mare, siamo stati lasciati soli a fare questo lavoro. Raccontare al cospetto del mondo che lasceremmo bambini morire nel Mediterraneo è una calunnia nei confronti dello Stato italiano, degli uomini e donne delle forze dell’ordine che stanno facendo sacrifici enormi, nei confronti del nostro intero sistema, O volete dire che ci sono uomini delle forze dell’ordine che non salverebbero bambini perché avrebbero queste indicazioni dal governo?».

Poi, il capo dell’esecutivo polemizza con le opposizioni: «L’unico modo possibile di impedire che tragedie come quelle di Cutro è fermare le partenze illegali, ed è quello che il governo sta cercando di fare con un piano articolato rispetto al quale non mi sono chiare le alternative proposte». Tra molti fischi e proteste dell’Aula, Meloni imbecca i partiti di centrosinistra: «E va bene, non vi piace il piano Mattei, non volete investire in Africa». Paventa il rischio che, se non venisse risolta la crisi che sta affrontando la Tunisia, l’Italia dovrebbe affrontare flussi migratori ingovernabili. «Occorre gestire i movimenti primari, visto che gli hotspot sono pieni. L’Italia non può diventare il campo profughi d’Europa. È una posizione di buonsenso, ho trovato un approccio interessato». Poi, Meloni si dice d’accordo a riveder il regolamento di Dublino, «ma non è una soluzione per l’Italia – poiché il tema è che – il 70-80 per cento di chi arriva da noi rimane: serve un approccio più globale e non può prescindere dal dialogo con i Paesi africani».

Ambiente, la replica a Bonelli: «Non sono Mosè, non ho prosciugato io l’Adige»

Il capitolo sulle politiche ambientali si apre con un battibecco tra Meloni e il leader dei Verdi Angelo Bonelli: «I problemi dell’Adige che si prosciuga sono figli di tutto quello che non è stato fatto negli ultimi anni: mi vengono attribuiti poteri che non ho, io non sono Mosè e non ho certo prosciugato l’Adige in cinque mesi». Poi, la presidente del Consiglio si addentra sulla questione dei motori endotermici: «Siamo d’accordo sugli obiettivi che l’Europa si da sulla transizione verde, quello su cui non siamo d’accordo è che l’Europa debba dirci anche quali devono essere le tecnologie – di cui servirsi -. Il punto è non devastare il nostro sistema produttivo. L’elettrico la panacea di tutti i mali? Non sono d’accordo. Non mi sfugge che i componenti fondamentali dell’elettrico sono estratti con metodi che devastano l’ambiente, e vengono prodotti in Cina attraverso le centrali a carbone. Metalli e terre rare sono chiamate cosi’ perche’ le tecniche estrattive devastano l’ambiente. Noi dobbiamo utilizzare le nostre risorse, possiamo per esempio intestarci una battaglia sui biocarburanti, e prendere in considerazione tutte le energie possibili. La situazione ambientale non è messa benissimo, ma c’è il rischio di passare dalla dipendenza dal gas russo a quella dall’elettrico cinese: non mi sembra intelligente».

La materia del patrimonio immobiliare italiano diventa il volano sia per criticare il Superbonus sia per opporsi alle norme europee sulle cosiddette case green: «Sul Superbonus hanno detto che siamo il governo dell’austerità. Se per austerità si intendere mettere le pezze ad un provvedimento che è costato decine di miliardi, ha lasciato nelle casse dello Stato un buco di 40 miliardi e ha scaricato su ogni italiano 2 mila euro, anche su chi una casa non ce l’ha, per aiutare le banche a lucrarci sopra. Allora questa non è austerità, ma serietà». Per Meloni, l’assenza di contributi europei per l’efficientamento delle case rischia di trasformarsi in un onere difficilmente sostenibile: «Se da una parte ci sono gli obiettivi, dall’altra non vengono garantite le risorse necessarie. Mentre i primi target di efficientamento sono posti al 2027, la Commissione risponde che i primi contributi arriveranno dal 2028. Il tema non è se l’onere se lo debbano caricare la famiglie o lo Stato italiano. È uguale, sono sempre soldi degli italiani».

Mes e patto di stabilità

La presidente del Consiglio dedica un passaggio al Mes: «Quando è fallita la banca della Silicon Valley è intervenuta la Federal Reserve, nel caso della Suisse Bank è intervenuta la Banca svizzera, sono certa che anche qualora fallisse una banca europea la Bce farebbe la sua parte. Il Mes non è una banca, ma la sua disponibilità è limitata, e si ritroverebbe costretta a chiedere agli Stati europei di rifondere il Mes stesso in caso di intervento. È uno strumento, non deve diventare un totem. Crediamo che si debba aprire il dibattito su come il Mes sia uno strumento che non è stato molto utilizzato e quindi possa diventare uno strumento di sviluppo europeo». Sul patto di stabilità, afferma poi la leader di Fratelli d’Italia, «la proposta che ha formulato la Commissione non è esattamente quella che desidera il Governo. Dopodiché, allo stato attuale, mi pare che rispetto a quella proposta si rischia anche di tornare indietro e faremo del nostro meglio per migliorarla».

Guerra in Ucraina

Tra gli ultimi argomenti affrontati, quello dell’invasione russa ai danni di Kiev. «L’onorevole Scutellà del M5s dice: fermatevi. Penso che lo debba dire a Putin, mi fa specie che lo dica a noi perché probabilmente questo tradisce una posizione. Vuol dire consentire l’invasione dell’Ucraina perché se ci fermiamo consentiamo l’invasione dell’Ucraina e io non sono così ipocrita da scambiare una invasione con la parola pace. Pensate che a qualcuno piace la guerra? La situazione è più complessa di quanto dice la propaganda sulla pelle di una nazione sovrana, di un popolo libero e sul diritto internazionale ed è irresponsabile. Si parla di pace, ma mi si può dire quali sono le condizione per aprire una trattativa? Credete si debba chiedere oppure no alla Russia di cessare le ostilità e di ritirare le truppe? Ritenete che si debbano rivedere i confini dell’Ucraina oppure no? Ritenete che la Russia debba lasciare i territori su cui ha svolto un referendum di annessione oppure no? Queste sono le risposte da dare, altrimenti è propaganda sulla pelle di un popolo libero e di una nazione sovrana».

Il j’accuse di Fratoianni per l’aumento di morti nel Mediterraneo

Nicola Fratoianni, leader di Sinistra italiana, in fase di controreplica, lancia una dura invettiva contro Meloni: «Non è mia intenzione mettere in discussione il suo essere madre, nè il suo dolore di madre. Onorevole Meloni, il dolore di madri e padri è cosa troppo seria per essere messa in discussione e di cui tuti dovremmo prenderci cura. Mi ha molto colpito che quando avete organizzato il vostro Consiglio dei ministri a Cutro, non abbiate trovato tempo per andare ad abbracciare quei padri e quelle madri che avevano perso i loro figli, in quella che continuiamo a definire né una tragedia, né una disgrazia, ma una vera e propria strage. Quando troppo tardi ha ricevuto i parenti a Palazzo Chigi, anziché abbracciarli e chiesto scusa non per non aver voluto salvarli ma per non essere riusciti a salvarli, abbia chiesto se erano consapevoli dei rischi che correvano. E allora sì, io vi accuso. Accuso voi perché accuso le politiche che hanno contribuito ad aumentare i morti nel Mediterraneo rendendo ingovernabile un grande fenomeno strutturale. L’emergenza che diventa strutturale è frutto della incapacità di guardare alla dimensione e alla natura dei processi che abbiamo di fronte».

Richetti: «L’intesa gialloverde è come un diamante, è per sempre»

«Se la maggioranza è compatta io sono Marilyn Monroe», esordisce Matteo Richetti, capogruppo del Terzo polo alla Camera, nel dibattito in vista del Consiglio Ue. Rivolgendosi a Meloni, afferma: «Lei non ha ricevuto l’applauso di un pezzo della maggioranza. A me non interessano le assenze nei banchi del governo, ma ieri Romeo – capogruppo della Lega a Palazzo Madama – le ha rivolto parole gravi, le ha chiesto di ascoltare i saggi consigli. Ma saggi consigli di chi?, domanda Richetti, riferendosi al tema della guerra in Ucraina. «Noi voteremo per parti separate e su questo daremo forza alla posizione del governo», chiarisce, ammonendo però Meloni sul fare attenzione agli alleati leghista: «L’intesa gialloverde è come un diamante, è per sempre e da qui in avanti alcuni problemi li avrà».

Della Vedova: «Meloni segue complottisti e si scontra con Ue»

«La presidente Meloni oggi ha dato una notizia: non vuole ratificare il Mes, che contiene la possibilità di rafforzare gli strumenti di salvataggio delle banche, perché pensa, a differenza di tutti gli altri premier dell’area euro, che tanto poi ci pensa la Bce. È una affermazione gravissima che risponde alla minoranza complottista ma che la metterà in scontro diretto con tutti gli altri paesi europei. Spero che ne sia consapevole. E faccio una previsione: Meloni cambierà idea anche su questo, ratificheremo il Mes tardi e male dopo aver sprecato un capitale di credibilità». Lo afferma il deputato di +Europa, Benedetto Della Vedova, intervenendo in dichiarazione di voto.

Soumahoro: «Abbiamo imparato ad andare sulla luna, ma non a costruire pace»

«Abbiamo imparato ad andare sulla luna ma non a costruire la pace: come dice Papa Francesco, la pace va costruita ogni giorno», dice Aboubakar Soumahoro, del gruppo Misto, intervenendo in Aula alla Camera. «Non si può continuare, a distanza di trent’anni, a ragionare di emergenza migranti: è un fenomeno strutturale – aggiunge – e va affrontato con un progetto europeo. Serve un serio piano europeo da discutere con l’Africa».

Leggi anche:

Articoli di POLITICA più letti