L’Italia in ritardo sul Pnrr, 19 miliardi a rischio: «Solo due target raggiunti, la scadenza è a marzo»

Rate, finanziamenti e obiettivi sotto la lente. Solo il 6% dei fondi è stato speso

L’Italia è in ritardo sul Pnrr. E l’Europa comincia ad innervosirsi. Anche perché c’è una rata da 19 miliardi per gli obiettivi 2022 da sbloccare. Ma il governo Meloni vuole anche presentare una richiesta di modifica entro fine aprile. Che riguarda il progetto RepowerEu: con nuove risorse per l’indipendenza energetica di Roma. Intanto, a tre mesi dall’inizio del 2023, le opere sembrano già in affanno. E c’è un rimpallo tra ministeri e comuni sulle responsabilità. La valutazione dell’Ue arriverà ufficialmente solo dopo il 30 giugno. Ma targets e milestones dello scorso anno risultano conclusi solo sulla carta. E proprio a giugno ci sono altri 15 obiettivi da raggiungere. Tra cui ci sono gli appalti pubblici per lo sviluppo di stazioni di riferimento a base di idrogeno. Ma anche le norme su digitalizzazione e cloud della Guardia di Finanza e della Pubblica Amministrazione.


Rate, finanziamenti e obiettivi

Il Messaggero spiega oggi che in generale ci sono molti adempimenti sull’idrogeno su cui l’Italia è indietro. Così come sul codice degli appalti. Che non è un obiettivo ma una delle riforme più importanti del Recovery Plan. La prima approvazione del decreto legislativo in Consiglio dei Ministri è arrivata a dicembre. Ma da allora il testo ha subito ulteriori modifiche. E un percorso ancora travagliato. Qui il via libera è annunciato per martedì prossimo. Nel CdM che varerà anche il decreto bollette. Ma l’effettiva entrata in vigore delle norme non è scontata. Perché le imprese chiedono una fase transitoria. E quindi uno slittamento dei tempi. In sospeso anche gli obiettivi che riguardano la produzione di idrogeno in aree industriali dismesse. E l’accordo per la transizione dal metano. Oltre all’autorizzazione per la sperimentazione del trasporto ferroviario. I ministeri devono ancora assicurare la funzionalità della piattaforma per i pagamenti alle imprese. Tempi lunghi si prevedono anche per la tecnologia satellitare.


I target in ritardo

Secondo un’elaborazione del Sole 24 Ore invece dei 13 target previsti entro marzo solo cinque sono stati raggiunti. E sul codice degli appalti il governo Meloni pensa di chiedere all’Unione Europea un rinvio al 2024 dell’entrata in vigore. Il negoziato prosegue anche sui balneari. Bruxelles chiede che si facciano le gare per le concessioni. L’esecutivo risponde con la mappatura delle spiagge. Ora, spiega Repubblica, il governo è a un bivio. Deve decidere se puntare all’avvio delle gare con paletti. Oppure procedere con la mappatura. Il quotidiano di Confindustria dice che secondo la Corte dei Conti i miliardi spesi sono 10,024 su 168,381. Che rappresentano il 6% del totale. Nella Missione 6, dedicata alla Salute, la spesa è praticamente assente (79 milioni su 15.626, quindi lo 0,5%). Nella Missione 5 su Inclusione e coesione si arriva a 239 milioni (l’1,2% dei 19,851 miliardi di budget) mentre su Istruzione e ricerca (Missione 4) si arranca fino al 4,1% (1,273 miliardi spesi su 30,876). La Missione 3, quella delle «Infrastrutture per la mobilità sostenibile», è in controtendenza al 16,4% grazie agli appalti delle ferrovie.

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