Superbonus, salta la detrazione in 10 anni per i redditi più bassi. Verso il voto degli emendamenti, cosa sta per cambiare

Tra le altre novità attese domani in commissione Finanze anche il ripristino dello sconto in fattura e della cessione del credito per onlus e istituti per le case popolari

Niente più «spalmacrediti», almeno per i privati. Nel pacchetto di emendamenti al decreto Superbonus sembra tramontare l’ipotesi di poter estendere da 4 a 10 anni il periodo per consentire ai privati di recuperare le spese del Superbonus. L’ipotesi aveva come obiettivo quello di sostenere le famiglie a reddito più basso. Pare invece che il governo stia pensando di garantire questa possibilità solo a banche e imprese che hanno acquistato crediti. Gli emendamenti al decreto sulla cessione dei crediti del Superbonus approderanno domani in commissione Finanze della Camera per gli ultimi ritocchi. L’altra novità principale riguarda il ripristino dello sconto in fattura e della cessione del credito per le onlus, il terzo settore e gli istituti per le case popolari (Iacp). Anche se le nuove regole, si precisa nel testo, riguarderanno solo i soggetti «già costituiti alla data di entrata in vigore» del decreto.


L’attacco delle opposizioni: «Una scelta odiosa»

L’emendamento relativo a banche e imprese parte da una misura introdotta dal decreto Aiuti quater dello scorso autunno, che consentiva la fruizione in 10 anni – anziché in 4 – dei crediti d’imposta derivanti dalle comunicazioni di cessione o di sconto in fattura non ancora utilizzati. L’emendamento che sarà presentato domani in commissione Finanze permette di prorogare il termine per accedere a questa possibilità dal 31 ottobre 2022 al 31 marzo 2023. La proroga però riguarda solo le banche e non i privati. Viene esteso, inoltre, l’ambito dei lavori cui i crediti sono legati: non più solo quelli del Superbonus 110%, ma anche quelli per l’eliminazione di barriere architettoniche, le misure antisismiche e le ristrutturazioni edilizie. Il fatto che queste agevolazioni siano riservate solo alle banche e non ai privati, però, ha mandato su tutte le furie le opposizioni. «Stralciata dal Dl Superbonus la misura per l’assorbimento delle detrazioni a chi ha poca capienza Irpef, cioè ai redditi più bassi: con una scelta odiosa il governo Meloni conferma di avere a cuore il benessere dei ricchi e delle banche. Siamo profondamente contrari ai programmi antipopolari e antiecologici di questo governo», attacca Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera. Se l’assorbimento delle detrazioni per i meno abbienti sembra destinato a saltare, di contro si alleggeriscono le responsabilità di chi compra crediti dalle banche. Lo prevede, secondo fonti parlamentari, uno degli emendamenti che saranno sottoposti lunedì al voto della commissione Finanze della Camera.


Le altre novità

Il ripristino dello sconto in fattura per terzo settore e case popolari, unito allo stralcio della misura per i redditi più bassi, non è l’unica novità che dovrebbe essere introdotta domani riguardo al Superbonus. Un altro nodo da sciogliere, spiega oggi Il Sole 24 Ore, riguarda le scadenze. Entro venerdì 31 marzo è obbligatorio comunicare all’agenzia delle Entrate le opzioni per cedere i crediti collegati a spese di ristrutturazione sostenute nel 2022. Chi non rispetta questo termine rischia di perdere la possibilità di cedere la rata del credito da usare entro fine anno. In questo momento, però, gli acquirenti scarseggiano. Per questo il governo sta pensando a una modifica: concedere la possibilità di presentare questa documentazione obbligatoria entro il 30 novembre ma pagando una sanzione di 250 euro. Una proroga che però non riguarderà tutte le cessioni, ma solo quelle effettuate a favore di banche, intermediari finanziari o assicurativi. In altre parole, saranno escluse dal rinvio le cessioni a privati. Prima di arrivare al testo definitivo in commissione Finanze, il governo è al lavoro per definire anche gli ultimi capitoli aperti. In cima alle priorità c’è la proroga dal 30 giugno al 30 settembre per le villette, anticipata nelle scorse settimane, che dovrebbe essere confermata. Entro quella data, dovrà essere stato completato almeno il 30% dei lavori di ristrutturazione.

Foto di copertina: ANSA/LUCA ZENNARO

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