Superbonus, verso lo sblocco dei crediti: più tempo per il 110% delle villette, tornano le detrazioni a 10 anni per i privati

Attesa in commissione Finanze al Senato la votazione degli emendamenti al dl Superbonus con diverse proroghe sulle scadenze per il recupero delle detrazioni

Ci sarà la possibilità per i privati che hanno fatto lavori con il Superbonus di poter spalmare lo sconto frutto delle detrazioni su 10 anni anziché quattro, potendo così sfruttare un maggior spazio fiscale su più anni. Lo assicura il sottosegretario all’economia Federico Freni durante una pausa dei lavori in commissione Finanze al Senato dove è attesa la votazione finale sugli emendamenti al decreto. La modifica da parte del governo è in fase di deposito, ha spiegato Freni, secondo il quale comunque i soggetti coinvolti da questa norma rappresentano «numeri residuali». Prevista anche una correzione che porterà dal 30 giugno al 30 settembre la scadenza per chi ha fatto lavori in una villetta che potrà concludere il cantiere sfruttando il bonus al 110%. Dal governo assicurano che si è arrivati a un accordo su tutte le questioni emerse nelle scorse settimane. «Siamo tendenzialmente ottimisti. Purtroppo c’è stato un ritardo sulle analisi della Ragioneria, ma ora pare tutto concluso», dice il presidente della Commissione Marco Osnato (Fratelli d’Italia). La principale novità che ci si aspetta è quella contenuta nell’emendamento di Andrea de Bertoldi (FdI), che proporrà di spostare dal 31 dicembre 2022 al 31 marzo 2023 la scadenza per effettuare la comunicazione all’Agenzia delle Entrate. Con l’aggiunta della cosiddetta remissione in bonis, ossia la possibilità di prorogare ulteriormente la scadenza al 30 novembre pagando una sanzione di 250 euro. Le altre novità previste dalla stretta finale sugli emendamenti riguardano poi i tempi per le detrazioni. Oggi il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha detto di essere aperto a concedere tempi più lunghi. «Io sono assolutamente favorevole al sistema delle detrazioni: 5, 10, anche 20 anni. Il principio è che non si debba passare necessariamente dal sistema della cessione che è fallito e che ha mandato in tilt il sistema delle banche», ha detto Giorgetti. «Il Superbonus e gli altri bonus edilizi – ha ricordato il ministro – è costato alla finanza pubblica ad oggi 117 miliardi. È importante sostenere l’edilizia e continuare a farlo, ma nel quadro di una finanza pubblica sostenibile».


La soluzione ai crediti incagliati

Per quanto riguarda il problema dei crediti incagliati, il governo ha pronta un’ipotesi sul tavolo: una banca-veicolo. Una soluzione che, spiega Osnato, è di competenza «del mercato» e di conseguenza non sarà inserita nel decreto Superbonus con un emendamento. Il governo, precisa il presidente della commissione Finanze, si affiderà «ad alcuni veicoli privati che si faranno carico di questi crediti». Una soluzione – quella del “veicolo crediti” – che ha già raccolto un primo importante parere positivo: quello di Francesco Venturini, Ceo di Enel X. «La soluzione strutturale per i crediti edilizi incagliati esiste: un veicolo finanziario che acquisti i crediti fiscali, certificati come certi, liquidi ed esigibili da un primo cessionario, ed esegua un ponte per cedere nuovamente tali crediti a terzi secondo il loro calendario di scadenze fiscali, affinché ne abbiano un vantaggio diretto e immediato», ha spiegato Venturini. «Noi siamo quasi pronti, è questione di poco».


Foto di copertina: ANSA/LUCA ZENNARO

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