L’ex capo della polizia Gabrielli: «Sui migranti siamo passati dal buonismo al cattivismo. Piantedosi su Cutro? Io non lo avrei detto»

«Ma non penso che il governo abbia cercato la strage»

L’ex sottosegretario e capo della polizia Franco Gabrielli critica l’approccio del governo all’immigrazione. E anche il decreto sulle Ong. «Ultimamente c’è stato un irrigidimento securitario. Ma secondo me questo criterio non aiuta. Inutile prendersela con gli scafisti, che sono gli sfigati della filiera, mentre i veri criminali sono i trafficanti che fanno commercio di esseri umani», dice in un’intervista a La Stampa. Gabrielli dice di essere «il meno indicato a fare la difesa del governo Meloni. A differenza di Piantedosi io sono stato un questurino doc. Non mi sarei espresso come lui sulla strage di Cutro. Se non altro perché c’era gente proveniente pure dall’Afghanistan, che abbiamo abbandonato quando abbiamo lasciato il paese. Però non penso che il governo abbia cercato una strage. Il problema è che si è spostato l’approccio dell’immigrazione da una gestione di ricerca e salvataggio a una securitaria, come dimostra l’invio della gdf e non della guardia costiera». Per Gabrielli «le misure sono sempre provvedimenti spot e qualsiasi sia il giudizio sui singoli provvedimenti è difficile che producano gli effetti sperati. In Africa vivono 1,2 miliardi di persone, che secondo l’Onu arriveranno a 2 nel 2050. E noi per loro siamo i ricchi e l’unica speranza». Ma, spiega l’ex sottosegretario, accogliere tutti non si può: «Creerebbe ulteriori tensioni in Europa. I fenomeni vanno governati con un percorso che implichi il coinvolgimento dell’Ue». Ma «in questi anni siamo passati dal buonismo al cattivismo senza una vera programmazione di politiche durature».


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