Strage di Nashville, nei due video la studentessa killer indossava scarpe diverse? La teoria del complotto

Secondo la teoria, uno dei due video sarebbe stato registrato precedentemente e per la fretta avrebbero commesso il presunto errore

Sui social è iniziata a circolare una teoria del complotto sulla strage di Nashville dove si sostiene che la persona colpita dagli agenti di Polizia, identificata come Elizabeth Audrey Hale, indossi delle scarpe diverse da quelle riprese dalle telecamere di sorveglianza. Uno dei maggiori diffusori della narrazione complottista è l’utente Twitter Whiteonrice (@WhiteOnRiceAnon) con un tweet che ha ottenuto oltre 1,7 milioni di visualizzazioni in meno di 24 ore. Chi appoggia la teoria parla di “false flag” e di attori, storie di fantasia basate sul nulla (o su invenzioni totali) tipiche di personaggi come l’americano Alex Jones o il nostrano Rosario Marcianò.

Per chi ha fretta

  • Sembra che la persona ripresa dalle telecamere indossi un paio di scarpe diverso nei due video.
  • Si sostiene che indossi un paio marchio Puma e uno Vans per via del disegno e dei colori.
  • Analizzando i fotogrammi, si scopre che le scarpe sono sempre le stesse.
  • Non aiuta gli utenti il problema della compressione dei video e alla risultante perdita di qualità.

Analisi

Ecco uno degli screenshot del tweet che circola online (riportiamo il testo):

Pumas going in. Vans going out. All bullshit. Used a pre recorded training video. Explains why they released the body cam footage so quickly. They had it all set up and ready to go.

Secondo l’utente, così come altri che ne discutono nel web, i video sarebbero stati registrati precedentemente all’evento e che per colpa della fretta avrebbero commesso questo “errore” delle scarpe.

Attualmente, il tweet viene contrassegnato da un avviso sul contenuto stesso:

There is no evidence that the shoes have been changed. The surveillance tape is time stamped. At one point the blinking siren comes on that is also present in the bodycam video. It appears that the digital-video encoding artifacts can explain small pixelated details.

L’analisi del video

Secondo i teorici, nel video delle telecamere di sorveglianza, la persona ripresa indosserebbe delle scarpe marca Puma (modello Suede Classic) mentre quello ripreso a terra dopo essere stato fermato dagli agenti un modello del marchio Vans chiamato Flame Old Skool.

Abbiamo recuperato il video delle telecamere di sorveglianza diffuse negli Stati Uniti (da qui) così come quello della telecamera dell’agente intervenuto (qui). Partiamo dai fotogrammi di quest’ultimo, mostrando il modello delle scarpe Vans.

Passiamo ora ai fotogrammi delle telecamere di sorveglianza. Le scarpe indossate non possono essere quelle indicate con il marchio Puma, basta osservare dove inizia l’attacco dei lacci e la striscia bianca tipica di quel modello di scarpe: non combaciano con quelle della clip.

I lacci e la striscia bianca coincidono, come posizione, con la scarpa marchio Vans (vedi immagine successiva).

Come mai non si vede bene il giallo? Anche nella registrazione della Polizia si vede poco, ma il problema è legato alla compressione del video stesso che porta a una perdita di qualità e a una manipolazione delle immagini e dei colori. Per intenderci, quando una foto di qualità viene compressa notate con maggiore facilità dei pixel e la scomparsa di qualche elemento fondamentale. Questa perdita di qualità porta spesso in errore, come nel caso del microfono di Putin e le scarpe di Junker.

Conclusioni

La persona ripresa dalle telecamere di sorveglianza e da quella della Polizia, Elizabeth Audrey Hale, non indossava affatto due paia di scarpe diverse, ossia una con marchio Puma e l’altra con il marchio Vans. Le scarpe in entrambe le riprese sono di quest’ultimo marchio e dello stesso modello, a trarre in inganno gli utenti sono le compressioni video che hanno alterato la qualità dell’immagine “oscurando” il colore giallo.

Leggi anche: