Trump vola a New York per il processo e aizza i suoi: «Da Biden a Soros, una caccia alle streghe contro di me!» – Il video

Domani l’ex presidente dovrebbe costituirsi al tribunale di Manhattan. L’ultimo duello tra i suoi legali e le tv per la presenza in aula delle telecamere

«AMERICA FIRST». «Interferenze elettorali!» Così (maiuscolo compreso), Donald Trump rispolvera il suo marchio di fabbrica e il suo armamentario di accuse preferito direttamente dal volo che lo ho appena portato dalla sua Mar-a-Lago, in Florida, a New York, dove è atteso in tribunale domani, martedì 4 aprile. A seguito della storica incriminazione stabilita la scorsa settimana dal gran giurì, il primo ex presidente Usa a essere sottoposto a un processo penale dovrà rispondere di almeno 30 reati riconducibili alle frode commerciale, in particolare in relazione ai presunti pagamenti elargiti da Trump alla pornostar Stormy Daniels. Il tycoon domani dovrebbe costituirsi, ma non sembra avere alcuna intenzione di accettare serenamente il decorso della giustizia. Anzi, pare pronto a trasformare la sua incriminazione nel rilancio della sua azione politica. Questo sembra indicare molto chiaramente il messaggio condiviso sul suo social Truth in cui, alla vigilia dell’appuntamento, attacca frontalmente l'”establishment democratico” con in testa il presidente in carica, riesumando le sue teorie del complotto. «Biden e il suo ‘popolo’ sapevano tutto della sinistra radicale, Soros ha sostenuto il District attorney (Bragg) che dava la caccia a “Trump” – arringa i suoi via social l’ex presidente – Hanno spinto il procuratore distrettuale razzista, il che non è stato difficile, mettendo persino un alto funzionario democratico del Dipartimento di giustizia (Matthew Collangelo) nell’ufficio di Bragg (che ha persino firmato le citazioni in giudizio!) per portare avanti questa caccia alle streghe. Le Fake News si rifiutano di scriverne, ma ora lo sanno tutti. Interferenza elettorale!».


I dettagli dei reati che pendono sulla testa del tycoon non sono ancora noti, ma nel frattempo, in seguito alla richiesta di diversi emittenti, tra cui la Cnn, di trasmettere il processo, i legali del tycoon si sono opposti, e ora la palla passa al giudice, che ha consultato la procura e a breve si esprimerà in merito. Secondo gli avvocati di Trump – tra cui il nuovo ingaggio del team legale Todd Blanche – avere «le telecamere nell’aula del tribunale creerebbe un’atmosfera da circo, porrebbe problemi di sicurezza e sarebbe in contraddizione con la presunzione di innocenza del presidente Trump».


Il processo decisionale e il precedente

In precedenza, il procuratore distrettuale, prima di passare la palla al giudice, aveva dichiarato che sarebbe un esercizio «che rientra nella discrezionalità della Corte quello di escludere o limitare la ripresa video, fotografica e radiofonica dell’accusa, nell’interesse di evitare potenziali danni all’imputato, mantenere un procedimento ordinato, garantire la sicurezza dei partecipanti al procedimento, o per altri motivi rientranti nell’ampia autorità della Corte di gestire e controllare questi procedimenti». Il procuratore ha aggiunto esplicitamente che non è in vigore alcun divieto che potrebbe impedire la presenza dei media al processo. C’è un precedente: nel processo per frode fiscale alla Trump Organization del 2021, il giudice aveva ammesso la presenza di un limitato numero di fotografi ai quali era stato concesso di scattare fermi immagine ma impedito di girare video, tutto prima di ciascuna udienza.

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