Ritardi Pnrr, il governo riferirà in Parlamento. Ma Salvini torna a pungere Draghi: «Ereditati progetti non allineati alle indicazioni Ue»


Le opposizioni, dentro e fuori dall’Aula del Parlamento, hanno chiesto per giorni a Giorgia Meloni e ai suoi ministri di chiarire le problematiche relative al Piano nazionale di ripresa e resilienza. E di predisporre delle soluzioni. Il ministro competente, Raffaele Fitto, si è fatto carico delle sollecitazioni: «Il governo accoglie volentieri l’invito a riferire in Parlamento sullo stato di attuazione del Pnrr, intanto perché non vi è nessuna difficoltà a farlo, ma soprattutto perché la consideriamo un’opportunità. Anzi, un’ottima occasione di confronto per approfondire e chiarire il merito delle questioni». È quanto recita una nota del titolare del dicastero per gli Affari europei, il Pnrr e la politica di coesione. Oggi, 4 aprile, i membri dell’esecutivo hanno affrontato l’argomento sotto vari aspetti. La giornata si era aperta con un incontro in via XX settembre tra il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, e il commissario europeo al Bilancio, Johannes Hahn. Al centro del colloquio, l’attuazione del piano italiano.
Stando a quanto riporta un comunicato del dicastero, entrambi «hanno convenuto che i profondi cambiamenti – tra cui la guerra in Ucraina, l’inflazione e i costi dell’energia – richiedono una riflessione su una maggiore flessibilità nell’attuazione dei progetti». Giorgetti si è detto soddisfatto. Una dichiarazione del capogruppo alla Camera del suo stesso partito, il leghista Riccardo Molinari, aveva innescato ieri una serie di polemiche delle opposizioni. Riassumendo un concetto più ampio, Molinari aveva affermato che, piuttosto che spendere male i soldi del Pnrr, era meglio non spenderli. È intervenuto il segretario del Carroccio a fare chiarezza sul punto: «Il mio obiettivo è spendere fondi tutti e bene fino all’ultimo euro». Matteo Salvini, parlando con la stampa estera a Roma, ha in un certo senso dato ragione ai rilievi della Commissione europea sull’inammissibilità di due progetti: il rifacimento dell’Artemio Franchi di Firenze e la realizzazione del Bosco dello Sport a Venezia.
«Abbiamo ereditato dei ritardi e dei progetti non allineati all’investimento proposto. Penso alla polemica ultima sugli agli stadi. Non credo che l’Italia e l’Europa pensassero al Pnrr per pagare lo stadio di Firenze o altre iniziative private, quindi se c’è qualcosa da rimodulare o ricalibrare lo faremo», ha chiosato il vicepremier e ministro delle Infrastrutture. In mattinata, sul tema, c’è stato anche un incontro tra il ministro Fitto, il sottosegretario all’Interno Emanuele Prisco, il presidente dell’Anci Antonio Decaro e i sindaci di Firenze, Dario Nardella, e di Venezia, Luigi Brugnaro. Nel corso del confronto, spiega una nota, «sono stati approfonditi tutti gli aspetti tecnici e sono emersi elementi utili che il governo italiano, in sintonia con i sindaci interessati, trasmetterà alla Commissione europea al fine di superare tutte le criticità riscontrate dalla stessa e, quindi, poter consentire la realizzazione degli interventi previsti. Un lavoro e un confronto, con spirito costruttivo, che sin dalle prossime ore proseguirà con la Commissione europea».
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