Perché il parlamentare Matteo Renzi può essere «direttore non responsabile» di un giornale

In quanto non giornalista non avrà le stesse responsabilità di Sansonetti, soprattutto quelle legali

Si apprende che Matteo Renzi dovrebbe sostituire Piero Sansonetti alla direzione de Il Riformista. La domanda che in molti si pongono è se un senatore della Repubblica in carica possa o meno dirigere una testata giornalistica e con quali conseguenze, soprattutto se non risulta nemmeno iscritto all’albo dei giornalisti. Considerando il primo punto, non sarebbe neanche la prima volta che un parlamentare ricopre il ruolo di “direttore” all’interno di una testata giornalistica: Renzi cita il caso di Sergio Mattarella a Il Popolo, ma ricordiamo anche un Walter Veltroni a l’Unità nel 1992. Walter Veltroni venne eletto parlamentare della Repubblica italiana nel 1987 per due legislature di seguito (X e XI) diventando nel mentre direttore de l’Unità subentrando a Renzo Foa. Era il 1992, come ricorda un articolo dell’epoca de la Repubblica riportando le perplessità di una parte della redazione e dei vertici della testata che preferivano un direttore non politico. Tra questi c’era anche Piero Sansonetti, all’epoca vicedirettore, che durante la conferenza stampa di oggi ha presentato l’arrivo di Matteo Renzi a Il Riformista.


Tecnicamente, secondo l’articolo 2 della legge 47/1948 sulla Stampa, se il direttore responsabile viene investito dal mandato parlamentare «deve essere nominato un vicedirettore, che assume la qualità di responsabile». Non è il caso di Matteo Renzi, in primo luogo perché non risulta iscritto all’albo dei giornalisti e dunque non può in alcun modo assumere il ruolo di direttore responsabile della testata. Potrebbe farlo nel caso si trattasse di una testata o rivista di carattere tecnico, professionale o scientifica, entrando a far parte dell’Elenco speciale, ma Il Riformista non rientra in queste categorie. Tra le domande poste al senatore c’era quella riguardante le questioni giudiziarie del senatore e Il Riformista. Di fatto, Matteo Renzi non ritirerà le querele e che piuttosto le rischierà «passando dall’altra parte del tavolo». Una mezza bugia in quanto non può ricoprire il ruolo di direttore responsabile, rischiando al massimo per gli articoli che pubblicherà a suo nome, godendo dell’eventuale intervento della Giunta per le autorizzazioni.


Leggi anche: