Dl Siccità, un commissario con Salvini a capo della cabina di regia: il piano sul recupero dell’acqua in agricoltura e i dissalatori

L’obiettivo è quello di individuare gli interventi necessari e la conseguente realizzazione in tempi brevi. La premier Meloni: «Ci occupiamo di siccità prima che diventi un’emergenza»

L’istituzione di una cabina di regia interministeriale presieduta dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e la nomina di un commissario straordinario nazionale per la scarsità idrica. Sono queste le novità più importanti del decreto, approvato in Cdm, contro la siccità che colpisce l’Italia. Altre misure previste riguardano, inoltre, la semplificazione delle procedure per gli interventi sulla rete, per l’utilizzo delle acque depurate in agricoltura e per i dissalatori. Lo scopo della cabina di regia e del commissario straordinario riguarderà l’individuazione degli interventi necessari e la conseguente realizzazione in tempi brevi. Entrambe le strutture avranno il potere di sostituire gli enti locali e concessionari che non fanno le opere, prendendo di fatto il loro posto. In particolare, la cabina di regia – incardinata alla Presidenza del Consiglio e presieduta dal premier o, su sua delega, dal ministro delle Infrastrutture – comprenderà i ministri delle Infrastrutture, dell’Ambiente, del Pnrr, dell’Agricoltura, della Protezione civile, degli Affari regionali e dell’Economia, oltre al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega agli investimenti pubblici.


Il suo primo obiettivo è riuscire a portare a termine entro 30 giorni una ricognizione delle opere urgenti sul territorio nazionale e di quelle da affidare al Commissario scelto. A tal proposito, il Mit ha già confermato che sarà prevista entro un mese la prima riunione della cabina. Mentre per quanto riguarda il commissario, che può assumere i poteri in caso di inadempienza dei soggetti che devono realizzare le opere, quest’ultimo dovrà essere nominato entro 10 giorni dall’entrata in vigore del Dl con decreto del premier, e resterà in carica fino al 31 dicembre 2023, con possibilità di proroga di un anno. Avrà a disposizione, inoltre, una struttura fino a 25 persone. E il suo lavoro sarà quello di realizzare gli interventi urgenti, decisi in cabina di regia, monitorare la situazione su tutto il territorio nazionale e, infine, attuare le opere necessarie. Il decreto prevede inoltre procedure accelerate e tempi certi per gli interventi di miglioramento dell’efficienza delle infrastrutture idriche e di dragaggio degli invasi. Semplificazioni anche per il riutilizzo in agricoltura delle acque reflue depurate e per i dissalatori. Presso ciascuna delle Autorità di bacino distrettuali viene istituito un Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici.


Meloni: «Ci occupiamo di siccità prima che diventi un’emergenza»

Sul via libera al decreto siccità in Cdm, è intervenuta la premier Giorgia Meloni che ai microfoni del Tg2 ha sottolineato come «da circa 20 anni l’Italia è vittima di un problema ciclico legato alla siccità, nessun governo aveva scelto di affrontarlo in modo strutturale fino ad ora, noi scegliamo di farlo prima che diventi una emergenza», ha detto Meloni. «Lo facciamo – ha spiegato – mettendo in rete in una cabina di regia tutti i vari livelli istituzionali che si occupano di questa materia, semplificando le procedure per alcune opere che sono importanti subito, dal tema della capienza degli invasi fino al riutilizzo delle acque reflue»

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