Tel Aviv, il racconto di uno degli italiani: «Quando è piombata l’auto ci siamo dispersi. Poi ho visto Alessandro steso a terra»

Il gruppo di connazionali coinvolti nell’attentato terroristico di ieri rientrerà oggi pomeriggio a Roma

«Abbiamo sentito il rumore dell’auto che ci passava accanto, poi gli spari e ci siamo dispersi. Quando siamo tornati indietro abbiamo visto Alessandro steso in terra nel sangue». Questo il racconto drammatico di un giovane italiano che faceva parte del gruppo di turisti coinvolti nell’attentato terroristico di ieri sera a Tel Aviv, in cui è morto il 35enne Alessandro Parini. «Eravamo appena arrivati in città e stavamo andando a raggiungere l’altra metà della comitiva in un ristorante di Giaffa», ha aggiunto il testimone. Uscendo dalla casa dove viveva, anche i genitori hanno ricordato Parini. «La semplicità, la riservatezza e la modestia erano i suoi distintivi», hanno detto nel dolore. «Dove è arrivato e i traguardi da lui ottenuti non li conosceva nessuno. Solo lo studio per cui lavorava. Alessandro era fatto così», hanno aggiunto da Monteverde (Roma).


Il rientro

Nel frattempo, il gruppo di italiani coinvolti nell’attentato rientrerà oggi in Italia. Secondo quanto apprende l’Ansa, i connazionali saranno accompagnati nel primo pomeriggio dal personale dell’ambasciata italiana all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv. Da lì prenderanno un volo diretto per Roma. Non è chiaro se potrà partire con loro anche Roberto Niccolai, uno degli italiani rimasti feriti nell’attentato e di cui oggi sono state confermate le generalità che, come specificato dalla Farnesina, apparteneva ad un gruppo diverso da quello di Parini. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha anche fatto sapere che la salma di Alessandro Parini rientrerà presto in Italia, «nei prossimi giorni». Tajani ai microfoni di SkyTG24 ha sottolineato la «vicinanza del governo» alla famiglia, espressa anche in una lunga telefonata al padre del giovane legale.


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