Giletti, si rincorrono le voci sui motivi del brusco stop. Un “incidente” sulle storie di Mafia (Baiardo, Messina Denaro, Graviano)?

Le indiscrezioni circolate dopo la sospensione di Non è l’Arena parlavano di perquisizioni della Dia in casa del conduttore

Non trova conferma ufficiale la voce corsa in tutte le redazioni di perquisizioni della Dia a casa di Massimo Giletti o nella sede della redazione di Non è l’Arena, il programma che è stato improvvisamente sospeso oggi da La7. A fine mattinata in base a quelle voci si era infatti diffusa l’indiscrezione su una inchiesta della Dia sulle puntate dedicate dal conduttore alle storie di mafia prima e dopo la cattura di Matteo Messina Denaro. Voci che secondo il tam-tam potrebbero motivare la brusca interruzione della trasmissione. Più difficile essere certi di quale trasmissione abbia potuto essere la “pietra dello scandalo”. La più famosa è stata sicuramente quella in cui Giletti aveva intervistato Salvatore Baiardo, stretto collaboratore della famiglia mafiosa dei Graviano, che nell’autunno scorso aveva profetizzato la malattia di Messina Denaro e la sua prossima decisione di consegnarsi alla giustizia. Baiardo per altro è stato interrogato anche dai magistrati successivamente su quelle rivelazioni. E dopo più volte è tornato fra mille polemiche politiche e giornalistiche in trasmissione da Giletti per fare altre presunte rivelazioni. I magistrati hanno anche in quel caso verificato se le rivelazioni di Baiardo avessero o meno ricevuto un compenso economico e di che entità. Ma nulla è mai trapelato su quei risultati.


Non è piaciuta né agli uffici giudiziari né alla stessa arma dei carabinieri la serie di puntate di Non è l’Arena in cui sono stati snocciolati gli audio messaggi di Messina Denaro a una sua cara amica che come lui era in cura per un tumore. L’impressione tratta dagli inquirenti nelle varie puntate era che il conduttore volesse fare emergere una sorta di trattativa Stato-Mafia che avrebbe portato poi a una cattura concordata di Messina Denaro. Lo scenario ha irritato soprattutto l’arma dei carabinieri che con i Ros è arrivata dopo 30 anni alla cattura del boss mafioso, perché la sola ipotesi di trattativa sminuirebbe la portata di un’operazione che i carabinieri considerano invece un loro fiore all’occhiello. Ma c’è anche chi ritiene, e non è banale tenere in considerazione questa tesi, che in realtà si sia esaurito il rapporto di fiducia tra Giletti e il suo editore, e tutto il resto sia solo fanta-tv.


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