Il business della Madonna di Trevignano: le statuette da 3 mila euro e i fondi per bambini

L’inchiesta del 2016 archiviata. La moltiplicazione di gnocchi e pizza. L’indagine diocesana. E i soldi dei donatori

Quello della Madonna di Trevignano Romano è stato un business andato avanti senza interruzioni per sette anni. Gisella Cardia e suo marito Gianni sono usciti indenni dall’inchiesta del 2016. Ovvero quando le prime secrezioni dalla statua portata a Medjugorie vennero riconosciute come sangue umano. All’epoca arrivò l’archiviazione anche perché non c’erano denunce o reati specifici da contestare. Adesso, secondo un esposto presentato dall’investigatore privato Andrea Cacciotti le lacrime sono di maiale. Intanto Il Messaggero racconta che c’è chi ha speso 3 mila euro per avere una replica della statuetta. Anche se la Cereria Ternana che le produceva poi le vendeva al prezzo di 60 euro. Mentre l’Onlus della Madonnina prendeva donazioni anche per un progetto di casa di accoglienza per bambini. E ora i donatori vogliono sapere dove sono finiti i soldi.


Il vescovo

Intanto il vescovo di Civita Castellana Marco Salvi vuole fare chiarezza. E assicura che una prima relazione verrà presentata «nei prossimi giorni». Dopo il clamore suscitato da Maria Giuseppa Scarpulla, che ogni 3 del mese raduna i fedeli per presunte apparizioni della Madonna, da circa 40 giorni la diocesi competente ha istituito una Commissione con diversi esperti. «Sta lavorando proficuamente per fare chiarezza sui fatti noti a tutti. Nei prossimi giorni verrà presentata una prima relazione», riferisce monsignor Salvi. Normalmente questi approfondimenti da parte della Chiesa hanno tempi lunghi. Ma la diocesi è sotto pressione per una serie di motivi. Dal clamore mediatico alle denunce per truffa. Fino alle proteste di tanti fedeli che sottolineano come il fenomeno sia iniziato nel 2016. Senza che la Chiesa muovesse un dito. Chissà se la Commissione indagherà anche sulla moltiplicazione di gnocchi e pizza.


La moltiplicazione di gnocchi e pizza

La santona raccontò così il “miracolo”: «C’erano i bambini, volevano mangiare. Ma a casa mia c’era solo un piattino con i pochi avanzi di cibo. Invece con quegli gnocchi finimmo per sfamare 15 persone». Allo stesso modo sarebbe andata con la pizza. Sempre secondo Cardia. Mentre in paese ci sono fedeli che hanno raccontato di aver donato 3 mila euro per avere una replica della statuetta della Madonna. «Ora abbiamo fermato la produzione», dice la Cereria Ternana. «Ma le vendevamo a sessanta euro», precisa. Per i pellegrini l’associazione – che sarebbe stata destinataria anche del 5 per mille – stipulava convenzioni con un monastero di Bassano Romano in provincia di Viterbo. Ma anche con un convento di Vetralla. Prendeva donazioni per un progetto di accoglienza per bambini e per un pozzo di acqua santa. Ora i donatori potrebbero chiedere indietro i soldi. O sapere con certezza dove sono finiti.

Il parroco di Trevignano

La stessa richiesta che viene da Luigi Avella. Che invece ha donato addirittura 123 mila euro in alcuni anni. Di cui 30 mila al marito di “Gisella“. E gli altri alla Onlus Madonnina di Trevignano. «Devo dire la verità: nessuno dei due mi ha mai chiesto soldi. Ma sapevo che ne avevano bisogno». Ovvero, spiega sempre Avella, «dovevano comprare materiale per le attività che fanno da contorno alla gestione del miracolo delle lacrime». Il parroco di Trevignano don Piero Rongoni aveva rifiutato che gli incontri di preghiera con la presunta veggente, ogni martedì, continuassero a tenersi in parrocchia, come avveniva da sei anni. Gisella e il marito Gianni, nel dare notizia ai loro seguaci, avevano commentato: «Gesù cacciato dalla sinagoga». Monsignor Salvi è arrivato in diocesi all’inizio di quest’anno e ha trovato questo caso da sbrogliare. Il suo predecessore Romano Rossi non lo ha mai esaminato a fondo. Anzi ci sono dei video che lo ritraggono in chiesa sull’altare accanto alla veggente e con in mano la statuetta della Madonna.

L’indagine diocesana

L’indagine diocesana, per la quale sono al lavoro esperti (tra i quali un mariologo, un esorcista, uno psicologo, un teologo, un canonista), si basa su un percorso codificato. Ovvero l’esame delle norme per discernere su presunte apparizioni fissate dalla Congregazione per la dottrina della fede. Intanto non è chiaro se la veggente abbia lasciato Trevignano. Sul sito della associazione che ha costituito con il marito e attraverso la quale raccoglie donazioni in denaro, resta l’avviso che gli incontri privati con la santona «sono momentaneamente sospesi». L’8 maggio invece Maria Giuseppa Scarpulla dovrebbe comparire al tribunale di Patti in provincia di Messina per il procedimento sulla bancarotta fraudolenta per il fallimento della sua impresa di maioliche in Sicilia.

Leggi anche: