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Scovato un avamposto della polizia cinese a New York, l’Fbi arresta due agenti: primo caso negli Usa

Così come già emerso in Canada, Paesi Bassi e Italia, gli agenti federali statunitensi hanno individuato una sorta di commissariato occulto della Cina che permetterebbe a Pechino di sorvegliare i propri cittadini fuori dal Paese

L’Fbi ha arrestato due uomini a New York accusati di essere agenti della Cina che operavano in un avamposto della polizia della Repubblica popolare cinese nella Chinatown di Manhattan. Come riporta il New York Times, si tratterebbe del primo caso scoperto negli Stati Uniti in cui è stato anche possibile sequestrare materiale informativo, dopo che nei mesi scorsi ne erano emersi circa un centinaio in tutto il mondo, Italia compresa. In manette sono finiti Lu Jianwang, 61 anni, noto anche come Harry Lu, un cittadino americano naturalizzato, e Chen Jinping, 59 anni. Già lo scorso autunno, gli agenti del controspionaggio dell’Fbi avevano perquisito gli uffici dell’avamposto della polizia cinese a Manhattan, registrando un altro episodio nello scontro tra Pechino e Washington sui tentativi cinesi di provare a sorvegliare i suoi cittadini anche fuori dai confini del Paese. I due arrestati sono accusati di ostruzione alla giustizia per aver distrutto prove prima dell’arrivo degli agenti federali statunitensi e di cospirazione, avendo svolto il ruolo di agenti di polizia della Cina senza alcuna approvazione diplomatica. Lo scorso gennaio erano emerse le prime indiscrezioni sull’esistenza dell’avamposto cinese a New York, ricorda il quotidiano, ma l’ambasciata cinese a Washington aveva provato a minimizzare il loro ruolo, spiegando che erano solo luoghi gestiti da volontari che aiutavano i cittadini cinesi a sbrigare pratiche burocratiche, come il rinnovo della patente negli Stati Uniti. Quei centri invece avrebbero svolto sistematicamente una raccolta di informazioni e indagini su vari reati senza alcun coinvolgimento delle forze dell’ordine locali.


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