25 aprile, la Lega si smarca. Salvini: «Celebrerò la liberazione del nostro paese». Zaia: «Festa fondante»

Dopo le parole di La Russa sulla Costituzione che «non parla di antifascismo» i due esponenti leghisti prendono le distanze. Salvini: «Dove va il presidente del Senato? Non so, so quello che faccio io»

Da Matteo Salvini, in visita a Milano per il Salone del Mobile, arriva un freddo «No comment» sulle parole del presidente del Senato, Ignazio La Russa che, parlando delle celebrazioni del 25 aprile, in un’intervista a Repubblica, ha dichiarato che nella Costituzione «non si parla di antifascismo». Parole che hanno innescato polemiche e richieste di dimissioni da più parti, e da cui la Lega prende le distanze. Il leader leghista, incalzato dai cronisti ha tagliato corto: «Il 25 aprile festeggerò la Liberazione del nostro Paese, ma non fatemi commentare, io sono ministro delle Infrastrutture, il mio obiettivo è sbloccare i cantieri, creare lavoro e sicurezza, e non sono pagato per fare commenti». E Salvini ha aggiunto: «Non so cosa farà La Russa (visiterà il campo di concentramento di Praga, ndr), so quello che farò io. Starò un po’ in famiglia e lavorerò, come lavorerò il 1 maggio, come lavoriamo ovunque siamo, perché gli italiani ci pagano per farlo». Sul tema del 25 aprile, e sulle relative polemiche politiche, è intervenuto anche il presidente della della Regione Veneto, il leghista Luca Zaia, che in un’intervista al Corriere della Sera ha dichiarato che «il 25 aprile è una festa fondante: io vorrei che diventasse anche una festa di futuro». Questo perché, come spiegato da Zaia, «dato che siamo al 78esimo festeggiamento, non dimentichiamo mai che dall’8 settembre 1943 in questo paese si è combattuta una guerra di Resistenza, ed è fondante perché la liberazione dal nazifascismo è una cosa per cui non hanno combattuto soltanto coloro che erano in armi, ma ha coinvolto, donne, bambini, civili. Vanno ricordati gli ebrei sterminati e anche i non italiani che hanno partecipato».


Zaia: «Il 25 aprile è di tutti: stop al solito copione guelfi contro ghibellini»

E il governatore veneto tiene il punto: «Il 25 aprile deve diventare la festa della lotta all’intolleranza, al razzismo, alla violenza e alla mancanza di libertà, che sono valori di tutti, non di destra o di sinistra. È stata una guerra del mondo, ma è anche attualità: il 25 aprile è importante, oggi come ieri». E Zaia, in riferimento al conflitto in corso in Ucraina, ribadisce l’attualità della resistenza e dell’attualità della memoria: «A meno di 2.000 km da casa, si sta combattendo una nuova Resistenza, quella del popolo ucraino che rischia di essere sopraffatto: anche lì, soldati in armi ma anche donne, bambini. Una società inerme: è un’assonanza che non ci permette di dimenticare». Insomma, l’auspicio di Zaia è quello che si quieti la polemica e la divisione politica sulla questione e tentando di spegnere le polemiche conclude: «Spero che si riesca a uscire dal solito copione di guelfi e ghibellini. Noi per primi, come istituzioni, dobbiamo evitare di tenere vivi certi conflitti che vediamo anche sul 1 Maggio e sul 2 Giugno: l’obiettivo è che diventino feste per tutti».


Foto in copertina d’archivio: Ansa / ANDREA MEROLA

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