Ignazio La Russa il 25 aprile visiterà il campo di concentramento di Praga. Schlein: «È la Costituzione antifascista»

Al quotidiano “La Repubblica” aveva detto: «Farò una cosa che metterà d’accordo tutti»

Ignazio La Russa aveva promesso in un’intervista a Repubblica che per il 25 aprile avrebbe fatto una scelta capace di mettere d’accordo tutti. Ed ecco che l’agenda di Palazzo Madama svela l’impegno del presidente del Senato, che martedì prossimo si recherà al campo di concentramento di Praga. «La mattina – si legge – si recherà all’ Altare della Patria poi partirà alla volta di Praga per partecipare alla riunione dei Presidenti dei Parlamenti dei Paesi Membri dell’Unione europea (Praga) e poi alle 15 sarà alla commemorazione, con la deposizione di una corona al Monumento di Jan Palach in Piazza San Venceslao».


L’intervista a «La Repubblica»

Nell’intervista del quotidiano diretto da Maurizio Molinari, il presidente del Senato ha detto di «condividere appieno i valori della Resistenza, vista come superamento di una dittatura». Ma subito dopo aggiunge: «Il problema è che di quei valori si sono appropriati il Pci e poi la sinistra. Questo è un fatto storico. E a questo mi sono sempre opposto». E nel colloquio con Emanuele Lauria si spinge anche in interpretazioni storiche sulla Carta: «Guardate che nella Costituzione non c’è alcun riferimento all’antifascismo». Dichiarazione che ha scatenato la reazione della segretaria del Pd Elly Schlein, che durante la segreteria a Riano, città in cui fu ucciso Giacomo Matteotti, ha risposto: «Noi diciamo che l’antifascismo è nella Costituzione».


Il Pci e l’Urss

La Russa se lo spiega così: «Perché? Io credo semplicemente che ciò accadde sotto la spinta dei partiti moderati che non volevano fare questo regalo al Pci e all’Urss». Mentre la Resistenza ha un valore universale e non è stata solo “di sinistra”: «Guardi che pure la Destra, nella sua storia, ha candidato i partigiani». E sui suoi precedenti: «Quante inutili polemiche sulle mie frasi. C’è stata una bufera quando ho ricordato la ricordato la nascita del Msi. Mi permetto di rammentare che ai funerali di Almirante c’era pure il presidente della Repubblica». La seconda carica dello Stato non vuole nemmeno commentare più l’uscita su via Rasella e i morti semi-pensionati e non nazisti: «Il fatto che io abbia sposato la svolta di Fiuggi parla di me. Che devo fare? Poi Fini è andato oltre, ma io credo comunque che quando ha definito il fascismo male assoluto parlasse delle leggi razziali».

Il piano Kalergi e Lollobrigida

La Russa si dice stanco di dover sempre puntualizzare: «Qualsiasi cosa si dica o si faccia viene strumentalizzata. E finiamo costretti sempre a inseguire la polemica. Allora rinuncio pure a fare commenti, come è accaduto in Israele. Faccio un esempio: se togliamo la fiamma dal simbolo di FdI, ci rinfacceranno il riferimento alla Nazione e poi ne troveranno altre. È una gara a cui non sento di partecipare». Per il presidente del Senato anche il ministro Lollobrigida, che ha additato la sostituzione etnica, è stato frainteso: «Ma pensa davvero che Lollobrigida sia un suprematista bianco? Lui stesso ha detto che non sapeva quello che diceva, o meglio non conosceva la teoria complottista di Kalergi».

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