«I Paesi ex sovietici non sono sovrani». Pechino prende le distanze dal suo ambasciatore in Francia. Macron: «Parole inadeguate»

A prendere le distanze da Lu Shaye il governo cinese: «Rispettiamo lo stato di sovranità delle ex Repubbliche sovietiche»

«Esprimo piena solidarietà ai Paesi che sono stati attaccati nella rilettura della loro storia e ai nostri alleati europei». Così il presidente Macron sulle dichiarazioni rilasciate venerdì 21 aprile dall’ambasciatore cinese a Parigi sui «Paesi ex sovietici» che «non sono sovrani». Le parole di Lu Shaye hanno sollevato un polverone che ora è il presidente francese ha commentare: «Conosciamo la storia e ci atteniamo alle frontiere internazionalmente riconosciute e mi guardo bene dall’indebolire questa posizione. Non penso che appartenga alla posizione di un diplomatico usare quel tipo di linguaggio», ha detto Macron a margine del summit dei Paesi del Mare del Nord a Ostenda. In diretta alla televisione francese poche ore fa l’ambasciatore aveva dichiarato la non sovranità dei Paesi ex sovietici «perché non hanno statuto effettivo nel diritto internazionale, non c’è stato accordo per concretizzare la loro sovranità». A chiedere subito chiarimenti per quanto pronunciato da Shaye è stato anche l’alto rappresentante della politica estera Ue Josep Borrell arrivando al Consiglio affari esteri. Una richiesta esaudita poco dopo dallo stesso governo cinese: «La Cina rispetta lo stato di sovranità delle ex Repubbliche sovietiche», ha chiarito la portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Mao Ning. Posizione rinforzata dall’ambasciata cinese in Francia: «I giudizi dell’ambasciatore cinese in Francia, Lu Shaye, che venerdì in tv ha messo in dubbio la sovranità dei Paesi ex sovietici, non erano una dichiarazione politica, ma un’espressione di opinioni personali in un dibattito televisivo», si legge nella nota ufficiale diffusa dalla rappresentanza diplomatica. «Non dovrebbero essere sovrainterpretate e la posizione della Cina sulle questioni rilevanti non è cambiata», continua il testo. «Sulla sovranità territoriale, la posizione della parte cinese è coerente e chiara e rispetta la sovranità, l’indipendenza e l’integrità territoriale di tutti i Paesi e sostiene gli scopi e i principi della Carta dell’Onu». Una presa di distanza che Borrell ha accolto con favore: «È importante che Pechino abbia preso la distanza dalle parole del suo ambasciatore in Francia», ha detto al termine del Consiglio affari esteri, «ora abbiamo una risposta concreta che quelle posizioni non solo la posizione ufficiale della Cina ed è buona notizia».


Le parole dell’ambasciatore

Parlando del possibile ruolo di Pechino in una mediazione sulla guerra in Ucraina, l’ambasciatore cinese ha risposto alla domanda sui confini ucraini e sulla Crimea occupata dai russi nel 2014: «Dipende da come si percepisce il problema. C’è la Storia. La Crimea era parte della Russia, è stato Krusciov ad offrirla all’Ucraina all’epoca dell’Urss». Subito dopo ha invitato la comunità internazionale a smetterla di «cavillare» sulla questione delle frontiere ex sovietiche. «Ora è urgente realizzare il cessate il fuoco», ha spiegato, considerando i confini un semplice cavillo, con gli Stati usciti dal crollo dell’impero sovietico che dovrebbero così restare in una linea grigia non definita.


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