Usa, la scrittrice Jean Carroll in aula a New York: «Sono qui perché Trump mi ha violentata»

L’editorialista della rivista Elle aveva denunciato l’ex presidente Usa per fatti risalenti a oltre 20 anni fa: «Voglio riprendermi la mia vita», ha detto davanti ai giudici

«Sono qui perché Donald Trump mi ha violentata». Lo ha detto la scrittrice statunitense Jean Carroll, testimoniando al processo civile in corso a New York. «Quando ne ho scritto, ha detto che non è successo. Ha mentito e ha distrutto la mia reputazione, e io sono qui per cercare di riprendermi la vita», ha incalzato Carroll davanti ai giudici. L’editorialista di lunga data per la rivista Elle aveva denunciato Trump lo scorso novembre per fatti risalenti a oltre 20 anni fa. Lo aveva fatto sulla base dell’Adult Survivors Act, ovvero una legge statale – entrata in vigore il 24 novembre scorso – che consente alle vittime di stupro di fare causa anni dopo la violenza subita. L’avvocato di Jean Carroll aveva chiesto a fine 2022 un risarcimento nei confronti della sua assistita per «dolore e sofferenza, traumi psicologici, perdita della dignità e danni alla reputazione». Al centro del processo, iniziato ieri – martedì 25 aprile – c’è un episodio accaduto tra il 1995 e il 1996, quando Carroll avrebbe incontrato il tycoon nel grande magazzino Bergdorf and Goodman sulla Fifth Avenue di New York. Secondo il racconto della scrittrice, Trump le avrebbe chiesto aiuto per trovare un regalo a una donna, invitandola a provarsi della lingerie in un camerino. Poi la situazione precipitò: «Chiuse la porta del camerino e mi spinse contro la parete, colpendomi alla testa molto forte. Mise la bocca sulle mie labbra, e un attimo dopo, ancora vestito in abito da lavoro, camicia, giacca, cravatta e cappotto, si abbassò la cerniera dei pantaloni», aveva raccontato Jean Carroll circa tre anni fa. Trump ha negato che tutto questo sia mai successo e ha accusato Carroll di essersi inventata tutto «per guadagnare visibilità e per vendere il suo libro». Per questo, alla denuncia per la presunta violenza Carroll ne ha aggiunta un’altra per diffamazione, che al momento però è in fase di stallo.


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