Armocromia: cos’è, com’è nata e come funziona la teoria sull’analisi dei colori che piace a Elly Schlein

Per avere un’analisi basta una consulenza. E se si vuole la stessa esperta della segretaria dem ci si deve preparare a sborsare fino a 140 euro l’ora

«Dico sì ai colori e ai consigli di un’armocromista». Forse la segretaria del Pd Elly Schlein non immaginava che quel piccolo dettaglio rivelato nella sua intervista a Vogue avrebbe generato tanto scalpore. Fatto sta che da ore il tema tiene banco sui social. La leader del Partito Democratico ci tiene ai colori che indossa, tanto da seguire le indicazioni di un’esperta di armocromia. Ma cosa significa questo termine? Su cosa si basano nel concreto i suggerimenti di Enrica Chicchio a cui Schlein tiene tanto? L’armocromia, o analisi del colore, è una teoria che si occupa di identificare quali sono i colori e le loro sfumature che meglio si addicono a qualcuno. Ad essere analizzati sono principalmente il tono della pelle, la tinta dei capelli e quella degli occhi, così da individuare quali sfumature cromatiche siano più o meno lusinghiere nei confronti di quella persona.


Quando nasce?

Sono molti i professionisti, gli artisti e i curiosi che hanno approcciato lo studio dell’abbinamento dei colori ai toni del corpo umano dalla fine del 1800 ad oggi. Tuttavia, l’armocromia ha iniziato ad assumere particolare rilevanza a partire dagli anni Trenta del Novecento, quando, con l’avvento del cinema a colori, le costumiste di Hollywood iniziarono a dare maggiore importanza alle combinazioni cromatiche tra il fisico degli attori e delle attrici e quello che indossavano, senza tralasciare gli abbinamenti tra abiti e accessori. Per l’armocromia come la conosciamo oggi, però, bisogna aspettare gli anni Settanta quando la cosmetologa statunitense Bernice Kentner, con il suo libro Color me a Season, categorizzò le sfumature di colore in quattro palette. Una per ciascuna stagione dell’anno. In tempi più recenti, l’analisi del colore ha suscitato l’attenzione di un numero sempre più ampio di persone anche grazie a un’applicazione – «Armocromia» di Rossella Migliaccio – che con alcuni test aiuta a individuare la propria palette.


Come funziona l’armocromia?

In base al colore, ai sottotoni (caldi o freddi), all’intensità e ai contrasti cromatici della pelle, degli occhi e dei capelli di una persona, l’armocromia individua quattro stagioni, ciascuna delle quali può dividersi in sottogruppi in base alle caratteristiche. Tendenzialmente, colori invernali come nero, bianco e grigio dovrebbero essere indossati da persone con pelle rossastra od olivastra. I colori estivi, invece, come le tonalità pastello del rosa e del verde sono più adatti a chi ha poco contrasto tra pelle e capelli, e quindi tonalità dal biondo fino al castano chiaro. Colori autunnali come giallo oro, tabacco e marrone sono da preferire per capelli nocciola, rosso scuro, o biondo caldo, con maggiore contrasto con la cute. La primavera è la stagione con le maggiori differenze tra cute e capelli, quindi tinte come blu luminosi e rossi caldi sono migliori per biondi caldi con occhi chiari, e per chi ha pelle e occhi chiari che contrastano con capelli tendenzialmente più scuri. Per avere la certezza basta una consulenza. E se si vuole la stessa esperta di Elly Schlein ci si deve preparare a sborsare fino a 140 euro l’ora.

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