Cagliari, scartata dal lavoro si sfoga: «Non mi hanno presa perché sono transgender». E riceve due offerte

Martina Floris aveva fatto una prova in un bar del centro su consiglio di un’amica e sui social aveva denunciato quanto accaduto successivamente

Un contratto stagionale in uno dei chioschi della spiaggia del Poetto, e un tirocinio in un bar di via Dante. Sono queste le due proposte di lavoro – entrambe a Cagliari – arrivate a Martina Floris dopo la sua denuncia. La 21enne, infatti, nelle scorse ore aveva fatto sapere di essere stata rifiutata dopo essersi candidata per lavorare in un locale del capoluogo sardo «perché sono transgender». «Questi episodi per me non sono nuovi – aveva raccontato all’Ansa dopo il post su Facebook con cui aveva rotto il silenzio – sono cose che ho già vissuto e hanno vissuto anche le mie amiche. Continueranno a capitare fino a quando la società non cambierà». Ora, la giovane gioisce: «Dopo la mia denuncia sui social e gli articoli di stampa sono successe tante cose, belle e brutte. Mi è arrivata la proposta di tirocinio in un bar in via Dante. Mi ha chiamato la titolare dopo aver letto quanto mi era accaduto. Essendo la prima esperienza, iniziamo con il tirocinio. Poi mi è stato confermato il contratto in un chiosco del Poetto. Ho ricevuto solidarietà da tante persone».


La prova, poi il silenzio

La ragazza aveva fatto una prova in un bar del centro su consiglio di un’amica. Stando a quanto ha raccontato su Facebook, sembrava essere andata bene: «Piaccio a loro e piacciono a me». Dopo, però, il nulla. «Passano due settimane e decido di chiedere a questa mia amica il perché. Lei ammette a malincuore che io non sono stata assunta non perché non sia piaciuta lavorativamente, ma perché donna trans». E aggiunge che «sarebbero arrivate delle lamentele da parte dei clienti, quindi il proprietario ha deciso di non chiamarmi». Ora ritorna su un episodio che l’ha fatta stare male. Il suo post di denuncia ha ricevuto grande attenzione da parte della stampa. Ma, «purtroppo sui social, sotto i link degli articoli, è emersa anche la cattiveria e l’ignoranza di tante persone. Sapevo che sarebbe successo – ha detto ancora la 21enne – me lo aspettavo, è la conferma che la discriminazione ancora esiste».


Un messaggio per tutti

Ad ogni modo, il bilancio nel complesso è positivo: «Sono felice che sia stata data voce a questa storia», aggiunge. E ancora: «Sono stata portavoce di una fetta di popolazione molto discriminata. Speriamo di poter continuare a diffondere la conoscenza e combattere l’ignoranza». Lo stesso pensiero è quello espresso su Instagram, dove Floris lancia un messaggio a tutta la comunità Lgbtqia+: «Non avete dato voce a me, ma a tutte e tutti noi, con la speranza di poter urlare ancora più forte e di poter raccontare e informare sempre di più, perché il problema lavorativo è solo la punta dell’iceberg».

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