«Venti cannoni semoventi mandati dall’Italia all’Ucraina sono inutilizzabili», la rivelazione del Financial Times

Ora gli M109L potrebbero tornare in Italia o in Belgio per essere riparati

Venti cannoni semoventi M109L consegnati dall’Italia all’Ucraina sono inutilizzabili. Lo rivela un articolo del Financial Times, che riporta le dichiarazioni di un consigliere del ministro della Difesa di Kiev. I venti obici – che appartengono alla stessa tipologia di semoventi visti transitare dalla stazione di Udine qualche settimana fa – sarebbero stati prodotti dalla Oto Melara nei primi anni Novanta. Si tratta di cingolati dotati di un cannone da 155 millimetri, considerato lo standard dell’artiglieria Nato. Nel 2002, spiega Repubblica, il governo italiano ha deciso di trasferire tutti i cannoni semoventi nel deposito di Lenta, in provincia di Vercelli. La scorsa estate, l’esecutivo di Mario Draghi ha deciso di recuperare gli M109L, abbandonati da oltre vent’anni all’aria aperta, per inviarli al governo di Kiev. L’accordo previsto era il seguente: l’Italia avrebbe fornito 60 obici all’Ucraina e gli Stati Uniti avrebbero finanziato i costi di riparazione. A settembre, il governo italiano ha spedito ai tecnici ucraini i primi venti cannoni. Le componenti americane per ripararli, però, non sono mai arrivate oppure si sono rivelate incompatibili. Risultato: i cannoni sono rimasti fermi per mesi. Secondo la ricostruzione del Financial Times, i venti M109L sarebbero diretti in Italia o in Belgio, dove potranno essere riparati. Nel frattempo, il governo italiano sembra aver imparato la lezione. La seconda tranche di semoventi partiti a Pasqua e filmati alla stazione di Udine, precisa Repubblica, sono stati riparati prima di partire e pare che siano già stati usati in battaglia.


Credits foto: Esercito Italiano/Ministero della Difesa


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