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Meloni alla conquista della Rai: da Fuortes in giù, il ballo delle nomine ha inizio

04 Maggio 2023 - 14:22 Felice Florio
Nel Consiglio dei ministri di oggi, potrebbe essere varata una norma ad hoc per "anticipare la pensione" del sovrintendente del San Carlo di Napoli: è lì che traslocherebbe l'attuale ad del servizio pubblico, innescando una rivoluzione anche nei palinsesti

Bisogna superare le resistenze interne della Lega, prima, e reagire alle protese delle opposizioni, poi. Ma se il governo, nel pomeriggio di oggi, 4 maggio, riuscirà ad approvare un decreto ad hoc per mandare in pensione il sovrintendente del San Carlo, in Rai inizierà il giro di nomine tanto agognato da Giorgia Meloni. Cosa c’entra il teatro di Napoli con il servizio pubblico? Per far dimettere con un anno di anticipo l’ad della Rai, Carlo Fuortes, bisogna garantirgli un posto dove traslocare. Individuato il San Carlo, c’è il problema di come accompagnare all’uscita l’attuale sovrintendente, Stéphane Lissner. Il direttore teatrale francese ha 70 anni e la norma che potrebbe essere varata da Palazzo Chigi porrebbe proprio a 70 anni il limite d’età per il pensionamento dei sovrintendenti dei teatri italiani. Così, Fuortes potrebbe liberare il settimo piano di viale Mazzini, anche con «un po’ di sollievo», raccontano. Di essere sollevato dall’incarico, invece, Lissner non ne ha intenzione: sembrano esserci i presupposti per un contenzioso. Comunque, il tempo per Meloni stringe. A metà maggio devono essere completati i palinsesti e c’è la necessità di azionare l’innesco per la svolta a destra del servizio pubblico: via Fuortes, al suo posto dovrebbe subentrare Roberto Sergio, direttore di Radio Rai.

I direttori dei telegiornali

A cascata, il ballo delle nomine porterebbe Giampaolo Rossi nel ruolo di direttore generale: è il deus ex machina di Fratelli d’Italia per i rapporti con il mondo televisivo. Poi, la rivoluzione meloniana andrebbe a coinvolgere tg, programmi e dipartimenti del grande carrozzone mediatico italiano. Meloni guarderebbe all’attuale direttore dell’Adnkronos, Gian Marco Chiocci, come nuovo direttore del Tg1. I due sono amici, ma Chiocci gode anche della stima del leader del Movimento 5 stelle: Giuseppe Conte potrebbe essere una buona sponda in questa carambola. Il più grande limite di Chiocci, tuttavia, è il suo essere un corpo estraneo alla Rai: gli interni all’azienda, nel passato, hanno spesso osteggiato l’arrivo di figure esterne. Monica Maggioni, scalzata, potrebbe avere o il coordinamento editoriale oppure la conduzione di un programma. Casella Tg2: qui è Forza Italia che otterrebbe la direzione per Antonio Preziosi, attualmente a Rai Parlamento. A proposito, la rete dedicata all’attività parlamentare andrebbe a Giuseppe Carboni, ex direttore del Tg1 voluto dal Movimento 5 stelle, allontanato dalla direzione quando al governo è salito Mario Draghi. E dal Tg2 dovrà essere ricollocato l’attuale direttore, Nicola Rao, forse al Gr Radio, oppure a Rai San Marino, o ancora, se Antonio Di Bella andasse in pensione, alla guida della sezione Approfondimenti.

Al Tg3, appannaggio delle opposizioni, potrebbe restare l’attuale direttore Mario Orfeo, anche se da ambienti vicini a Elly Schlein, scrive Repubblica, ci sarebbe una spinta per affidare il posto a Costanza Crescimbeni. Infine, Paolo Petrecca, direttore di Rai News, dovrebbe conservare il suo ruolo. Alla Lega, il partito di maggioranza che meno gradisce lo schema che si sta delineando, dovrebbe essere lasciata la direzione e la vicedirezione delle testate regionali della Rai. In più, il Carroccio dovrebbe riuscire a indicare il sostituto di Stefano Coletta, finito al centro delle polemiche durante Sanremo, all’Intrattenimento Prime Time. Il ballo dei vertici si intreccia alla gestione dei singoli programmi. Il governo è pronto a imprimere la sua linea ad ogni livello: Laura Tecce, apprezzata da Fratelli d’Italia, Monica Satta, sponsorizzata da Matteo Salvini, e Annalisa Bruschi, vicina a Gianni Letta – afferma Repubblica -, dovrebbero avere presto delle conduzioni in prima serata. Senza dimenticare lo speaker delle ultime convention meloniane, Pino Insegno: avvistato di frequente a Palazzo Chigi, l’attore subentrerebbe a Flavio Insinna nel quiz serale L’eredità.

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