Biagio Antonacci: «Sanremo? Ho paura dei giudizi. Del mondo della musica non sopporto i leccac…»

Il cantautore racconta il suo passato da geometra e i due amici del cuore: Pausini e Ramazzotti

Il cantautore Biagio Antonacci è stato geometra. E ha guadagnato «un milione e duecentomila lire al mese» per tanto tempo. Prima di salire sui palchi. «Ricordo con terrore i no delle case discografiche. Giravo con queste cassette che proponevo a tutti, pregavo di guadagnare la stessa cifra con la musica», racconta oggi in un’intervista al Corriere della Sera. Poi, quando è arrivato il successo, è sorto un altro problema: «Quando la gente ti ferma per strada, quando le ragazze piangono al solo vederti, diventa tutto assurdo. Per tre/quattro anni ho faticato a contenere l’ego, ho avuto la tentazione di pensare di esser il migliore. Mi ero montato la testa, ero stronzo con me stesso, mi sentivo superiore, sentivo che qualcuno dovesse restituirmi quello che non avevo avuto durante la gavetta, ma era una grande cazzata. Poi con la paternità e la famiglia, torni a camminare con i piedi per terra».


La gente che ti lecca il culo

Antonacci dice anche che non aiuta avere intorno persone che vogliono compiacerlo: «C’è tanta gente che ti lecca il culo. Ma vale anche per i parenti. Quando diventi famoso tutti si fanno vivi. Sei più simpatico a tutti». Lui, svela nel colloquio con Renato Franco, è riuscito però a mantenere amicizie nel mondo della musica. Come quella con «Laura Pausini. Non solo perché è la voce che ha cambiato come autore la mia carriera, mi ha aperto all’estero grazie a brani come Vivimi e Tra te e il mare. È l’unica donna amica tra gli artisti, con lei vado anche in vacanza, è una a cui piace divertirsi». O quella con «Eros Ramazzotti. Siamo simili. È nato nel ‘63 come me, viene dai borghi di periferia come me. La vita poi ha coincidenze assurde. Lavoravo come geometra e l’ufficio era in corso di Porta Vittoria, Ramazzotti aveva l’avvocato lì, nello stesso palazzo, era già una star. Un giorno lo vidi arrivare, lo spiavo dalla finestra, ma non ebbi il coraggio di dirgli che il mio sogno era la musica. Lo vedevo spavaldo ma umile, in Ferrari ma disponibile con tutti».


Il Festival di Sanremo

Antonacci confessa di avere un rapporto conflittuale con il Festival di Sanremo: «Una parte di me dice: “Fa’ una canzone bella e vai”. Un’altra: “Lascia stare, devi essere giudicato, entri in una classifica…”. Fino a poco tempo fa non avevo dubbi: non sarei mai andato in gara. Oggi, con il lavoro di Amadeus, ti viene voglia di fare un tuffo anche se l’acqua è fredda. È il giudizio mediatico che mi frena. Ai tuoi concerti puoi anche essere al 75 per cento e la sfanghi; lì hai quattro minuti in cui devi essere perfetto. O al massimo un imperfetto figo. Se sei il boomer imperfetto fai una figura di merda».

I sensi di colpa

Dice che i sensi di colpa per lui sono «un dramma. L’educazione cattolica ha rovinato la genuinità dell’essere umano, abbiamo abbandonato l’istinto. Il senso di colpa non ti fa mai sentire libero, stai sempre a chiederti: mi merito questa libertà? Bisogna essere liberi, tornare nella foresta, camminare per cercare cibo, amore, cercare la verità. Il senso di colpa ti toglie tutto questo». Il più grande lo ha provato «quando ho deciso di non vivere più nella stessa casa con la madre dei miei primi due figli (Marianna Morandi, figlia di Gianni, ndr). Provavo un grande senso di colpa per i figli. A volte chi rimane male non rema a favore, ma poi il tempo vince, l’amore vince».

Leggi anche: