Cile, l’estrema destra trionfa alle elezioni per la Costituente: Boric riconosce la sconfitta. Oltre 2 milioni di schede nulle

L’organo eletto dovrà redigere la nuova Carta che dovrebbe sostituire quella vigente, adottata dai tempi della dittatura militare di Augusto Pinochet

Trionfo dell’estrema destra in Cile. Nelle elezioni tenutosi domenica 7 maggio per eleggere i 50 membri del Consiglio costituzionale, l’organo che dovrà redigere una nuova Costituzione, il Partito repubblicano – schieramento ultra-conservatore guidato dall’ex candidato alla presidenza José Antonio Kast – è risultato il grande trionfatore. «Il Cile ha sconfitto un governo fallimentare che è stato incapace di affrontare la crisi della sicurezza, migratoria, economica e sociale», ha detto il leader di destra. «Ora ci aspetta una grande responsabilità», ha aggiunto, in riferimento alla guida del processo costituente che si aprirà a partire dall’insediamento del Consiglio. I repubblicani di Kast hanno infatti ottenuto il 35,4 per cento delle preferenze, mentre la coalizione di centro-destra Chile Seguro il 21,1%. Questo vuol dire che 33 dei seggi su 50, ben più della metà, sono in mano alla destra, 22 dei quali del partito dell’ammiratore, per sua stessa ammissione, della dittatura di Pinochet. Gli ultra conservatori hanno assicurato che non boicotteranno il processo costituente, pur sottolineando che non lo hanno mai sostenuto. «Non boicotteremo il processo costituente, i cileni hanno la nostra parola, ma non rinunceremo ai nostri principi», ha detto Luis Silva, il consigliere eletto con il maggior numero di preferenze nelle fila repubblicane, «apporteremo moderazione a un processo che non abbiamo mai voluto».


Il risultato

Nel frattempo, il presidente del Cile, il progressista-millenial, Gabriel Boric, ha accettato il risultato. «La democrazia si rafforza con maggior democrazia, una volta di più il Paese ha dimostrato di poter dirimere le sue differenze nelle urne», ha affermato Boric, che in queste elezioni ha ottenuto il 28,4% delle preferenze e 17 seggi che non gli valgono neanche il potere minimo di veto per arginare un testo che andrà con ogni probabilità in senso opposto a quello da lui immaginato. Nessun seggio, invece, per il centrosinistra di Todo por Chile, l’ex coalizione di Michelle Bachelet. Il voto di ieri era obbligatorio e alle urne sono andate 12,5 milioni di persone su un elettorato attivo di 15 milioni. È la seconda volta che si vota con questa formula, la prima fu lo scorso settembre con il referendum per cambiare la costituzione , e rispetto ad allora sono andate a votare 600mila persone in meno. Non solo: le schede nulle sono decuplicate, passando da 200mila a oltre 2 milioni (il 16,98 per cento del totale), e anche le schede bianche sono cresciute (565mila rispetto alle 77mila di settembre).


Il precedente

La Costituzione che il Consiglio è incaricato di esaminare dovrebbe sostituire quella vigente che risale alla dittatura militare di Augusto Pinochet. È la seconda volta che il Cile prova a cambiarla: il 5 settembre del 2022 non era passato il referendum che avrebbe dovuto sostituire quella del 1980. Il 62% dei cittadini andati al voto (6 milioni e 944 mila) si era detto contrario, contro il 38% di favorevoli (4 milioni 256 mila). Il documento bocciato avrebbe messo nero su bianco la parità di genere negli organi statali e nel governo, avrebbe reso prioritaria la protezione dell’ambiente e riconosciuto l’identità degli indigeni cileni per la prima volta nella storia del Paese.

La rivolta in carcere degli indigeni mapuche

Nella giornata di ieri, domenica 7 maggio, alcuni indigeni mapuche, detenuti nel carcere cileno di Angol, nella regione di La Araucanía (centro-sud del Cile), hanno tenuto sotto sequestro tre guardie penitenziarie come forma di protesta contro la sospensione delle visite familiari a causa delle elezioni per la Costituente. L’episodio ha generato incidenti anche fuori dal carcere. Le guardie coinvolte, ha spiegato il ministro della Giustizia, Luis Cordero, sono state trattenute in una delle sezioni del centro penitenziario, destinata a 17 detenuti, e sono stati successivamente liberati dall’Unità dei servizi speciali della gendarmeria cilena. Cordero ha confermato che le guardie sequestrate hanno subito lesioni in seguito a colluttazioni all’interno della sezione interessata.

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