«JJ4 è innocente, non ha ucciso lei Andrea Papi». La perizia della Lega Antivivisezione prova a scagionare l’orsa

L’associazione ha presentato ricorso al Tar contro una delle ordinanze di abbattimento emesse dalla provincia di Trento

Non sarebbe stata JJ4 ad aggredire Andrea Papi, podista morto nei boschi del Trentino in seguito all’aggressione di un orso. A sostenerlo è la Lega Antivivisezione (Leal) citando le perizie dei dottori Roberto Scarcella e Cristina Marchetti forniti al rappresentante legale dell’associazione: Aurora Loprete. Nello specifico, nella relazione pubblicata sulla pagina Facebook della Leal si legge che sul corpo del runner «sono state rilevate lesioni identificabili come da penetrazione di coppia di canini caratterizzate da una distanza tipica dei canini di un orso maschio adulto». JJ4, invece, è femmina, e com’è di norma nella specie, ha dimensioni minori, sia per quanto riguarda il corpo che per i denti.


Poca variabilità genetica

Nelle scorse settimane il destino dell’animale è stato ampiamente dibattuto. Il presidente della provincia di Trento Maurizio Fugatti ha emesso per l’esemplare femmina due diverse ordinanze di abbattimento. Entrambe sono state sospese dal Tar. JJ4 viene da settimane considerata responsabile dell’aggressione a Papi, per via del suo passato, del suo profilo comportamentale e delle analisi genetiche effettuate dalla Procura di Trento. Tuttavia, avverte la Leal: «Essendo quella trentina una popolazione derivante da pochi soggetti capostipiti, sappiamo che essa è caratterizzata da una limitata variabilità genetica».Ora, alla luce delle informazioni in proprio possesso, la Leal si scaglia contro Fugatti e le «menzogne» da lui raccontate.


«Dentatura di un orso maschio»

Dal comunicato, infatti, si apprende che «la dentatura di un animale, per la medicina veterinaria forense, ha lo stesso valore delle impronte digitali umane» e costituisce quindi un criterio affidabile per l’identificazione di un esemplare. La perizia in possesso della Leal, inoltre evidenza: «Le ferite riscontrate non sono riconducibili ad una attività predatoria, il corpo, infatti, non presenta segni di consumo. La descrizione delle lesioni non corrisponde nemmeno alle ferite che si riscontrano in caso di attacco finalizzato alla eliminazione dell’avversario». Tradotto, l’animale avrebbe agito per difendersi, e senza l’intenzione di uccidere, tantomeno per nutrirsi del giovane trovato morto lo scorso 5 aprile.

Le «menzogne» di Fugatti

L’attacco – continua la Leal – è quindi «riconducibile a un tentativo protratto di allontanamento e dissuasione da parte dell’orso sulla vittima. Anche relativamente a questo aspetto, le evidenze riscontrate non consentono di classificare l’azione lesiva né come un attacco deliberato né come una predazione». L’associazione rende noto di aver depositato le perizie presso il Tar, che deve valutare il ricorso della Leal contro una delle ordinanze di abbattimento di Fugatti. E chiede la liberazione dell’orsa, attualmente rinchiusa nella struttura Casteller (Tn). «Al momento non è dato sapere cosa possa aver spaventato l’orso, ma la scienza scagiona le orse trentine; e la tipologia di attacco scagiona definitivamente tutti gli orsi. Con questo Leal smaschera la farsa costruita artatamente da Fugatti e dalla sua Giunta e ne chiede le immediate dimissioni», aggiunge l’associazione.

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