Gli animalisti contro papa Francesco: «Tanti santi amavano gli animali: per lui la loro vita conta meno»

La protesta dell’Oipa che accusa il pontefice di confondere i diversi sacerdoti che già oggi benedicono gli animali domestici

Le dichiarazioni di Papa Francesco agli Stati generali della Natalità sulla benedizione negata a una donna che gli aveva presentato il suo cagnolino come «il suo bambino» scatenano le associazioni animaliste. A cominciare dall’Oipa che accusa il pontefice di essere lontano «dall’amore incondizionato per gli animali, quello che invece hanno manifestato nel corso dei secoli molti santi da San Francesco, che li chiamava “fratelli” e “sorelle”, a San Giovanni Bosco, passando per Sant’Antonio Abate, Santa Gertrude di Nivelles, San Serafino, San Filippo Neri». Secondo il Papa, quell’episodio, il secondo che gli è capitato nel giro di pochi giorni, era emblematico per dimostrare il rischio di una degenerazione che porterebbe a preferire gli animali domestici alla cura dei figli. Un tema che torna spesso nei suoi interventi, come ricordano gli stessi animalisti dell’Organizzazione internazionale protezione animali. Una contrapposizione che secondo l’Oipa rischia di mandare in confusione i tanti «sacerdoti che benedicono gli animali durante alcune ricorrenze e che forse ora sentiranno di essere in torto, quando al contrario non fanno altro che seguire le orme del santo da cui il Papa ha voluto prendere il nome». E infine l’affondo degli animalisti che accusano di fatto Papa Francesco di crudeltà con gli animali: «È strano pensare che il Papa consideri l’amore nelle nostre vite come limitato quantitativamente, e che dandolo a qualcuno lo si tolga ad altri. È evidente che per Francesco la vita animale è meno importante della vita umana, ma chi sente che la vita è sacra, ama la vita al di là delle specie».


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