Pesca a strascico, la protesta dei pescatori italiani contro le regole della Commissione Ue: «A rischio il 50% dell’economia ittica»

Nei mesi scorsi Bruxelles ha presentato il suo piano di azione per proibire progressivamente la pesca a strascico

Fa discutere il piano di azione su cui è al lavoro la Commissione Europea per eliminare progressivamente la pesca a strascico in tutte le aree marine protette entro il 2030. Ad opporsi in Italia è Fedagripesca-Confcooperative, secondo cui la misura metterebbe a rischio la frittura di paranza e tanti altri piatti della tradizione italiana a base di gamberi, scampi, triglie e naselli. «Per soddisfare le richieste del mercato non ci sarà altro modo che aumentare l’import da Paesi extra comunitari che lavorano con regole diverse e non rispettano i nostri stessi rigidi protocolli in termini di sicurezza e sostenibilità», spiega all’Ansa il vicepresidente di Fedagripesca-Confcooperative, Paolo Tiozzo. Nei giorni scorsi, i pescherecci di diverse zone d’Italia hanno suonato tutti insieme le sirene in segno di protesta contro le regole su cui è al lavoro Bruxelles. Regole che, secondo le stime dell’associazione di categoria, metterebbero a repentaglio il 50% dell’economia ittica italiana.


Il piano della Commissione

Ma cosa prevede di preciso il piano di azione europeo? Finora, si tratta semplicemente di una proposta della Commissione, presentata lo scorso febbraio. L’esecutivo Ue punta a eliminare progressivamnete la pesca fatta con reti a strascico, una delle pratiche più impattanti sull’ambiente marino. Con questa tecnica infatti i pescherecci asportano qualunque cosa si trovi sul fondale: non solo i pesci che si intende pescare, ma anche invertebrati, coralli, alghe e non solo. Il tema è finito anche nel dibattito in plenaria dei giorni scorsi, con il commissario Ue all’Ambiente Virginijus Sinkevicius che ha detto: «Reputiamo necessario prevenire che le aree marine protette subiscano l’impatto di pratiche di pesca dannose. Sono fiducioso che riusciremo a trovare consenso sugli obiettivi del nostro piano d’azione». Il tema sarà al centro di una riunione informale dei ministri dell’Agricoltura e della Pesca previsto per l’11-13 giugno a Stoccolma, che precederà il Consiglio vero e proprio del 26 e 27 giugno a Lussemburgo.


Leggi anche: