Frane, alluvioni, nubifragi: i danni causati dagli eventi estremi costano all’Italia (almeno) 1 miliardo di euro all’anno

Dal 2013 a oggi, sono stati dichiarati 136 stati di emergenza per eventi meteo eccezionali. Ma le risorse utilizzate per il ripristino dei danni sono solo una minima parte dei fondi effettivamente stanziati

Il bilancio provvisorio delle alluvioni che in questi giorni stanno colpendo l’Emilia-Romagna è già drammatico: decine di vittime, migliaia di sfollati, interi paesi sommersi dall’acqua. Scene che, complici i cambiamenti climatici e la cronica mancanza di misure di prevenzione, stanno diventando la nuova normalità. Negli ultimi dieci anni, dal maggio 2013 ad oggi, sono stati dichiarati in Italia 136 stati di emergenza per eventi meteorologici eccezionali: si va dai tornado in Emilia del 3 maggio 2013 all’emergenza alluvioni di questi giorni, sempre nella stessa regione. Nel mezzo, una lunga lista di temporali, frane e nubifragi. Stando ai dati raccolti dalla Protezione civile, e analizzati da Open, la stima totale dei danni causati da tutti questi eventi meteorologici ammonta a 10,1 miliardi di euro: in media, un miliardo all’anno. Una cifra che in realtà andrebbe addirittura corretta al rialzo. Nel database della Protezione Civile mancano infatti le stime della ricognizione dei danni per alcuni eventi meteorologici più recenti. Il 4 luglio 2022, per esempio, è stata firmata la delibera di dichiarazione dello stato di emergenza per nove regioni a causa della crisi idrica. Al commissario è stato assegnato un importo di 56 milioni di euro per il ripristino dei danni, ma la stima del fabbisogno reale dei territori colpiti dalla siccità non è stata ancora inserita.


L’Emilia-Romagna la regione più colpita

A presentare il conto più salato sono le violente alluvioni che hanno investito la Campania, in particolare la provincia di Benevento, tra il 14 e il 20 ottobre 2015. La stima dei fabbisogni fatta dal commissario all’emergenza parla di 1,11 miliardi di euro di danni, di cui oltre due terzi al patrimonio pubblico. Altrettanto drammatico è il bilancio dei forti temporali che il 2 e 3 ottobre 2020 hanno colpito la provincia di Biella. Duecento millimetri di pioggia caduti in appena 4 ore, che hanno provocato allagamenti, frane e crolli di edifici. Totale dei danni: 775,2 milioni di euro. Nell’ultimo decennio, i territori dell’Emilia-Romagna si sono rivelati di gran lunga quelli più colpiti da eventi meteorologici estremi, con 21 dichiarazioni di emergenza firmate dal 2013 ad oggi. Tra gli altri territori più colpiti ci sono sia regioni del Nord che del Sud: Toscana e Sicilia con 14, Liguria, Piemonte e Veneto con 13, Lombardia e Calabria con 10. Le due regioni dove si sono verificati meno eventi meteorologici estremi sono Abruzzo e Valle d’Aosta, entrambi con 3 dichiarazioni di stato di emergenza negli ultimi dieci anni.


OPEN / Elaborazione grafica di Vincenzo Monaco

I fondi fermi al palo

Un altro dato che balza all’occhio dall’analisi dei dati della Protezione Civile riguarda le risorse (non) utilizzate dalle regioni, o dagli enti competenti, per il ripristino dei danni. Se la stima complessiva del fabbisogno dei territori è di 10 miliardi di euro, il totale dei fondi assegnati ai commissari dal Fondo per le emergenze nazionali è di appena 2,3 miliardi: poco più di un quinto del necessario. Non solo: di questi 2,3 miliardi di euro stanziati, soltanto una minima parte è stata effettivamente spesa per ripristinare i danni degli eventi meteorologici. La somma delle spese autorizzate si ferma infatti a 201,9 milioni, di cui 140,3 per le abitazioni private e 61,6 per le attività economiche e produttive. In altre parole, soltanto un decimo delle risorse assegnate ai commissari per l’emergenza è stato speso. Uno degli esempi più lampanti riguarda proprio le già citate alluvioni del 2015 sulla provincia di Benevento. Stima dei danni: 1,11 miliardi. Importo assegnato al commissario delegato: 46 milioni. Risorse effettivamente utilizzate: 23 milioni.

Credits foto: ANSA/MAX CAVALLARI | Le strade allagate di Cesena dopo le forti piogge di mercoledì 17 maggio

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