Spalletti e le voci sull’addio al Napoli: «Non cerco altre squadre. La Juve? Mamma mia…». La nuova frecciata a De Laurentiis

Alla vigilia del big match contro l’Inter l’allenatore smentisce suoi contatti con altre società, ma si toglie nuovi sassolini dalle scarpe

Alla vigilia del big match contro l’Inter, che non può più influire sul corso della stagione del Napoli, Luciano Spalletti commenta in conferenza stampa le indiscrezioni circolate nelle scorse ore su un suo possibile addio al Napoli dopo la vittoria dello scudetto. Smentendo, almeno in parte, che sia pronto per lui un altro approdo: «Non è vero che ho ricevuto offerte per allenare altrove. Non è vero che sono alla ricerca o in attesa di altra squadra da allenare, falso, chi lo scrive scrive il falso. O lo scrive perché gli è stato detto di scriverlo». Un suo possibile passaggio alla Juve, azzarda qualcuno? «Ma mamma mia…». Poi Spalletti torna però a farsi criptico quando riferisce della cena avuta con il patron del club Aurelio De Laurentiis la scorsa settimana per parlare del suo futuro: «Come è andata deve dirlo il presidente. Io ho definito tutto in quella cena, ho chiarito tutto da quella sera, se volete fare acqua fuoco, fuocherello, io non lo faccio. L’esito lo dice la società, ce lo siamo detti lì e non la dico io». Spalletti non smorza dunque la tensione che traspare platealmente dalle ultime dichiarazioni dei due. Ieri, 19 maggio, il presidente del Napoli, parlando dell’allenatore, aveva dichiarato: «È un fuoriclasse e i fuoriclasse devono trovare un field per esprimersi al meglio, da noi l’ha trovato e ha funzionato tutto. Speriamo che in futuro riesca a esprimere ancor di più la sua capacità di aggregare. Meglio se Napoli? Senza dubbio, ma nella vita la libertà è un bene incommensurabile e invalutabile, non bisogna tarpare le ali a nessuno, come nessuno deve farlo con me». Parole a cui Spalletti ribatte affermando: «Tarpare le ali non so cosa vuol dire, dovete chiederlo al presidente. Questo non è inerente a quello che ci siamo detti quella sera a cena. Per quello che avrò da fare io non ci vogliono due ali, ci vogliono stivali, senza ali. Non ho da volare».


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