Il deputato M5s Riccardo Tucci a processo: l’inchiesta sulla frode fiscale in Calabria prima dell’elezione

Le indagini della Guardia di Finanza hanno accertato l’emissione di fatture per operazioni inesistenti per un importo di oltre 3 milioni di euro

Quattro rinvii a giudizio nel procedimento che vede imputato per frode fiscale anche il deputato del Movimento Cinque Stelle, Riccardo Tucci. È quanto deciso dal gup del Tribunale di Vibo Valentia Barbara Borelli che ha fissato l’inizio del processo per il prossimo 11 luglio. Le indagini della Guardia di Finanza coordinate dalla procura di Vibo Valentia hanno accertato l’emissione di fatture per operazioni inesistenti per un importo di oltre 3 milioni di euro. Oltre all’esponente pentastellato sono imputati anche il cugino Adriano Tucci, Domenico Garcea e Vincenzo Schiavello. Le accuse sono, a vario titolo, di dichiarazione fraudolenta mediante l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e emissione di fatture per operazioni inesistenti emesse da società “cartiere”, create ad hoc dal rappresentante della cooperativa Assistenza servizi telematici satellitari”.


I capi d’imputazione contro Tucci

Due i capi di imputazione nel confronti di Tucci. Secondo l’accusa, prima di diventare parlamentare, in qualità di “legale rappresentante della cooperativa Assistenza servizi telematici satellitari” (fino al 19 marzo 2018, ndr), «al fine di evadere le imposte aumentando i costi da portare in deduzione del reddito e in detrazione dell’imposta sul valore aggiunto, dopo aver fatto annotare nella contabilità della società una fattura del 10 marzo 2015 emessa dalla Autolettrosat srl, relativa a operazioni oggettivamente inesistenti, la utilizzava nelle dichiarazioni delle imposte dirette e dell’Iva dell’anno 2015 e in tal modo evadeva le imposte per un ammontare pari a 9.900 euro».


Il secondo riguarda l’operato di Tucci nella stessa cooperativa, dal 31 ottobre 2014 al 28 febbraio 2018. Secondo l’accusa «con una pluralità di azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in qualità di legale rappresentante della “Assistenza Servizi telematici satellitari” sino al 19 marzo 2018, al fine di consentire l’evasione delle imposte sui redditi e sull’Iva alla Autolettrosat srl», Tucci avrebbe emesso una serie di fatture che, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti nel corso delle indagini, sono riconducibili «a operazioni oggettivamente inesistenti» per un totale di 18.300 euro nel 2014, 222.400 euro nel 2015, 204.600 euro nel 2016, 600.000 euro nel 2017 e altri 600.000 euro nel 2018.

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