Alberto Stasi: il lavoro fuori dal carcere e i 700 mila euro da liquidare alla famiglia di Chiara Poggi

Il 39enne condannato a 16 anni è occupato nella contabilità di un’azienda. Ha raggiunto un accordo con la famiglia della vittima ma si professa ancora innocente

Alberto Stasi esce ogni giorno dal carcere di Bollati da quattro mesi per andare a lavorare. Condannato a 16 anni per l’omicidio della fidanzata Chiara Poggi il 13 agosto 2007 a Garlasco in provincia di Pavia, dal 24 gennaio il 39enne è stato ammesso dal tribunale di sorveglianza al lavoro esterno. La sua avvocata Giada Bocellari aveva proposto reclamo contro il primo rigetto del giudice, che risale all’ottobre 2022. Stasi svolge mansioni contabili e amministrative e ha prescrizioni sugli orari di uscita e di rientro. Può utilizzare solo alcuni mezzi di trasporto e fare solo certi percorsi. Per non sfuggire ai controlli.


I benefici e le pene

Il Corriere della Sera scrive oggi che il lavoro esterno è un beneficio che ogni detenuto può ricevere dal direttore del carcere. In un «programma di trattamento» elaborato dall’area educativa e approvato dal magistrato di Sorveglianza. E a patto che abbia scontato almeno un terzo della pena. Stasi nega ancora di aver ucciso la fidanzata. Per il tribunale è «legittimo l’atteggiamento di negazione». E ravvisando che «mai come in questo caso la pena debba avere una finalità riparativa non solo esterna, oltre che preventiva», il Tribunale spera che la riattivazione dei contatti con l’esterno e del gestire relazioni lavorative e personali possa favorire un più profondo scavo psicologico. Stasi è stato condannato definitivamente nel 2015. Le assoluzioni del 2009 e del 2011 sono state annullate. I 16 anni gli sono stati inflitti per il rito abbreviato sulla pena-base massima di 24 anni per omicidio semplice. Per l’esclusione dell’aggravante della crudeltà.


La transazione

Stasi nel 2018 ha raggiunto un accordo con la famiglia Poggi sul risarcimento. Doveva essere di un milione di danni e 150 mila di spese legali. Una transazione lo impegna a risarcire 700 mila euro. Metà li ha già liquidità. L’altra metà arriverà con detrazioni mensili sugli stipendi del lavoro. Prima in carcere e poi fuori. In teoria dovrebbe uscire nel 2030. Ma come ogni detenuto di buona condotta lo scomputo di 45 giorni di «liberazione anticipata» ogni 6 mesi di carcere lo può anticipare nel 2028. E può chiedere affidamento in prova dal 2025. Stasi ha professato la sua innocenza anche qualche giorno fa in un’intervista a Le Iene.

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