Alberto Genovese resta in carcere almeno fino a ottobre. I giudici: «Necessaria una perizia psichiatrica»

La Procura generale aveva dato parere favorevole all’affidamento terapeutico in comunità: secondo il Tribunale di sorveglianza è necessaria però prima una valutazione clinica

Viene rinviato a ottobre il procedimento per decidere sull’affidamento terapeutico in comunità di Alberto Genovese, richiesto dai suoi legali e dopo il parere favorevole della Procura generale. La decisione non è stata presa, hanno fatto sapere i giudici del Tribunale di Sorveglianza di Milano, perché è prima necessaria una perizia psichiatrica sull’ex imprenditore, condannato a 8 anni e 4 mesi – pena ricalcolata a 6 anni, 11 mesi e 10 giorni per la decisone di non presentare ricorso – per due casi di violenza sessuale. I giudici hanno disposto che a occuparsi dell’accertamento medico sia l’equipe psichiatrica del carcere di Bollate. Almeno fino al 24 ottobre quindi, per altri 5 mesi, Genovese rimarrà in carcere. I giudici hanno sottolineato come durante il processo ci siano state delle consulenze di parte sugli aspetti psichici e la dipendenza da stupefacenti di Genovese, ma non è mai stata effettuata una perizia psichiatrica che metta in luce, scientificamente, la causa specifica dei reati e delle modalità di estrema violenza con le quali sono stati commessi. In assenza di una criminogenesi, il Tribunale non è in grado di svolgere un’adeguata valutazione sul percorso trattamentale più idoneo per la riabilitazione di Genovese. I giudici hanno chiesto anche una relazione al criminologo clinico Paolo Giulini del Cipm di Milano sul percorso già effettuato dal 46enne, per comprendere se sia stato di tipo trattamentale o meno e che risultati abbia prodotto. Genovese era entrato a San Vittore nel novembre del 2020 fino a fine luglio 2021, quando era passato ai domiciliari in una clinica per disintossicarsi. Era tornato in carcere il 13 febbraio scorso per l’esecuzione della pena definitiva, che gli era stata ridotta perché aveva rinunciato a presentare appello dopo la condanna in abbreviato.