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Perché la Juventus vuole il patteggiamento per la manovra stipendi

juventus patteggiamento manovra stipendi
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I bianconeri puntano a una multa e al massimo a una piccola penalizzazione. Da scontare in questo campionato. Per cambiare tutto nel prossimo

L’appuntamento è per stamattina alle 10,30 davanti al tribunale federale. La Juventus chiederà di accedere al patteggiamento per la manovra stipendi. L’anticipo dell’udienza con il procuratore Giuseppe Chinè indica che un accordo è possibile. L’ipotesi è quella di una multa molto forte. Ma sul tavolo c’è la decisione sulla penalizzazione per il prossimo campionato. Il -10 per le plusvalenze applicato sul campionato in corso dalla corte di appello dopo le indicazioni del Collegio di garanzia è giù pena afflittiva. La qualificazione in Champions League con i suoi 50 milioni di introiti è sfumata. E quindi, è il ragionamento dei dirigenti, i bianconeri sperano di non avere altre penalità. In cambio della rinuncia ad andare in appello.

Patti chiari

Rimane però un problema. Ovvero l’Uefa. Che può invece squalificare i bianconeri per anni. E a quanto pare ha intenzione di farlo se Elkann & Co. non recederanno dalla SuperLega. Intanto la trattativa con gli organi federali è a buon punto. Una multa, anche molto salata, è il responso che i bianconeri si aspettano dal patteggiamento. C’è poi da dire che a Nyon potrebbero anche graziare la Juventus. Considerando da scontare la squalifica nel prossimo anno. Che la Juve si è già rassegnata a passare fuori dalle competizioni europee. L’idea è quindi di rinunciare senza avere handicap nella prossima stagione. Che dovrebbe essere quella della riscossa. L’alternativa alla multa, secondo la prospettiva dei quotidiani, era una penalizzazione di qualche punto sempre da scontare in questo campionato. In gioco c’è la Conference League, la terza competizione europea. E la classifica dice che l’obiettivo sarà in ogni caso difficile da raggiungere.

I risarcimenti in sede civile

Una prima richiesta Juve di patteggiare esclusivamente sulla base di (lievi) pene pecuniarie era già stata respinta da Chinè nelle settimane scorse. Il procuratore aveva perciò deferito il club per le accuse di aver fittiziamente ridotto gli stipendi dei suoi giocatori in era Covid. In realtà spalmando sulla stagione successiva le retribuzioni saltate. Ma ora il quadro è diverso: dopo quel deferimento è arrivato il -10, la Juve con Calvo ha ammesso che il capitolo plusvalenze è chiuso, una maximulta sarebbe ammissione di colpa e chiuderebbe le porte ai giustizialismi. D’altra parte, per presentarsi oggi di fronte ai giudici del Tfn con un accordo la condizione fondamentale è la certezza che da Torino nessuno ricorra, una volta chiuso il capitolo, a cause di risarcimento civile.

Ugo Taucer

Il patteggiamento raggiunto con Chiné poi dovrà essere approvato dal procuratore generale dello sport Ugo Taucer. Ovvero colui che ha deciso che i 15 punti di penalizzazione erano troppi in base alle risultanze e alle condanne. Poi tutta l’attenzione sarà concentrata sulla stagione 2023-2024. E il primo problema sarà quello dell’allenatore. I tifosi hanno già deciso: #allegriout. Ma su Massimiliano Allegri l’ultima parola spetta alla società. Che prima dovrà farsi i suoi conti.

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