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Michele Santoro durissimo con Fazio e Annunziata: «La Rai ci perde, ma vi spiego perché loro non li sopporto…»

30 Maggio 2023 - 23:34 Redazione
Il giornalista ricorda gli incroci travagliati in viale Mazzini tra lui e i due personaggi oggi al centro delle polemiche per l'uscita dalla Rai

Per la Rai gli addi di Fabio Fazio prima e Lucia Annunziata dopo sono stati certamente una perdita «perché sono professionisti validi» dice Michele Santoro che però a DiMartedì su La7 taglia corto sui due: «Io non sopporto nessuno dei due». Al giornalista con una lunga e travagliata esperienza in Rai commenta con la solita schiettezza le polemiche sui due personaggi, contestando quel racconto il racconto vittimista al limite del martirio che accompagna le vicende di Fazio e Annunziata: «Le narrazioni che fanno sono sempre un po’ farlocche – dice Santoro – Non è vero che Fazio è stato 40 anni ininterrotti in Rai, è andato via a lavorare a La7 quando era di Telecom, non ha fatto nemmeno una puntata…», a proposito di quel progetto detto “TeleSogno” che non è mai decollato, come ricorda l’AdnKronos. «Fazio uscì da quell’avventura devastato, era molto più ricco di prima ma la gente lo guardava storto. Io non rientrai in Rai. Lui, invece, sì. Non è rientrato solo per i buoni uffici del suo agente, è rientrato anche perché la politica ha voluto che lui tornasse…».

L’annunziata e “l’editto bulgaro”

Non è certamente più morbido Santoro quando passa a parlare di Annunziata: «Quando lasci la Rai dicendo che non sei d’accordo con questo governo, uno si deve ricordare che è stata il presidente di garanzia quando a governare era Silvio Berlusconi. Lucia Annunziata è subentrata a Paolo Mieli, che si dimise dopo aver posto come condizione il rientro di Enzo Biagi, Daniele Luttazzi e Michele Santoro. Lucia Annunziata è subentrata. Questi due colleghi sono stati il perno attorno a cui è ruotata una politica culturale in Rai fatta di esclusioni». Santoro torna a ribadire che «l’azienda avrebbe fatto bene a tenerseli. Ma io non sono l’azienda e non sono un servizio pubblico che tiene fuori un pensiero diverso, che era fuori anche prima, quando loro erano al centro del babà…».

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