L’arbitro della finale di Champions League nei guai: «Ha partecipato alla manifestazione di un partito di estrema destra»

Il polacco Szymon Marciniak accusato dall’associazione Never Again. Lui prova a spiegarsi

L’arbitro polacco Szymon Marciniak è stato designato per dirigere il 10 giugno a Istanbul la finale di Champions League tra Inter e Manchester City. Ma rischia il posto. Perché ha partecipato alla manifestazione di un partito di estrema destra polacco. Noto per le sue posizioni xenofobe, razziste e antisemite. A chiamare in causa Marciniak è stata l’associazione Never Again su Facebook. L’organizzazione anti-razzista polacca ha raccontato della manifestazione di Slawomir Mentzen, noto per il suo slogan in cinque punti: «Siamo contro gli ebrei, i gay, l’aborto, la tassazione e l’Unione europea». Marciniak ha partecipato a un evento di Mentzen a Katowice il 29 maggio. L’incontro, dal titolo Everest, è servito a promuovere la sua agenda politica in vista delle elezioni di quest’anno in Polonia.


In uno dei poster dell’evento si vede proprio Marciniak vestito da arbitro. Il partito di estrema destra Konfederacja è nato ispirandosi al nome degli stati del Sud degli Stati Uniti, schierati per la schiavitù durante la guerra civile americana. Il partito attacca minoranze etniche, rifugiati, omosessuali e i diritti delle donne. Mentzen ha prodotto anche una birra che prendeva spunto dal movimento Black Lives Matter, ma chiamandola “White IPA Matters”. Attualmente i sondaggi gli attribuiscono il 10% dei voti. Ma la sua popolarità è alta soprattutto tra i giovani. «Chiediamo all’arbitro di ammettere il suo errore. In caso contrario, crediamo che il governo del calcio debba trarne le conseguenze», hanno concluso i portavoce di Never Again.


Marciniak è nato a Plock, città del voivodato della Masovia dove c’era una comunità ebraica, poi quasi completamente sterminata durante l’Olocausto. Arbitro internazionale dal 2011, ha diretto la finale dei mondiali in Qatar. Poche ora fa la stessa associazione ha pubblicato una risposta dell’arbitro: «Da arbitro internazionale di calcio da molti anni, metto sempre al primo posto il fair play e il rispetto per gli altri esseri umani e desidero trasmettere questi valori più alti agli altri. Mi sono sempre chiamato fuori dal razzismo, dall’antisemitismo e dall’intolleranza. Io dico sempre basta odio e sosterrò sempre che la cosa più importante è essere un buon essere umano». Basterà?

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