I 37 capi d’accusa contro Donald Trump: «Sequestrò carte riservate anche sui programmi nucleari e le nascose perfino nella doccia»

Pubblicato il documento d’incriminazione per il quale l’ex presidente dovrà comparire martedì prossimo in tribunale

Sono state depositate dal procuratore speciale Jack Smith le 49 pagine del documento d’incriminazione dell’ex presidente Usa Donald Trump per la vicenda delle carte della Casa Bianca portate nella residenza di Mar-a-Lago dopo la conclusione del mandato presidenziale. Il documento contiene i dettagli dei capi d’accusa di cui dovrà rispondere Trump, martedì prossimo al tribunale di Miami, che non erano ancora stati resi pubblici. Sono 37 in totale. 31 sono legate alla detenzione illegale di informazioni della difesa nazionale. Sono le più gravi, in quanto ricadono nel quadro legale della Leghe sullo Spionaggio. Le altre lo vedono accusati di cospirazione per ostruire la giustizia e di false dichiarazioni, e poi ancora di altre varianti del primo gruppo di accuse sotto altre leggi – il «trattenere» o «celare» documenti o registrazioni, a seconda delle diverse fattispecie giuridiche. Tra le 31 accuse più pesanti, nel dettaglio, compare anche quella di aver detenuto «informazioni riguardanti la difesa e le capacità militari tanto degli Usa quanto di Paesi stranieri», inclusi «i programmi nucleari degli Usa, le sue potenziali vulnerabilità e quelle degli alleati ad attacchi militari» così come «piani per una possibile rappresaglia» in risposta ad un attacco straniero. Secondo il documento d’incriminazione, dopo che il 20 gennaio 2021 cessò definitivamente il suo mandato, Trump fece trasportare «un gran numero di scatoloni, molti dei quali contenevano documenti classificati». Dove furono collocati? Nella residenza di Mar-a-Lago in Florida, per l’appunto, «località non autorizzata», e precisamente – si legge nel documento – «in una sala da ballo, nel bagno e nella doccia, in uno studio, in camera da letto e in un ripostiglio».


«Trump si vantò dei documenti segreti mostrandoli ad altri interlocutori»

L’ex presidente, oltre tutto, non solo li detenne per anni in piena coscienza ma mostrò perfino i documenti classificati in almeno due occasioni ad altre persone. In una di queste, riporta la Bbc citando il documento, mostrò alcune carte nel corso di un incontro con uno scrittore, un editore e alcuni collaboratori al Trump National Golf Club di Bedminster, New Jersey. Si trattava nello specifico di un piano d’attacco che, disse Trump facendone bella mostra, «era stato preparato da lui stesso insieme al Dipartimento della Difesa e un alto dirigente militare». Trump disse poi ai suoi interlocutori che si trattava di un documento segreto e «altamente confidenziale» che in qualità di presidente avrebbe potuto declassificate. «Ma ora, sapete, non posso più». Si tratta con ogni probabilità della conversazione del 2021 di cui ha ottenuto copia la stessa la Cnn, secondo la quale il piano d’attacco in questione discusso dal Pentagono riguardava l’Iran.


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