Nave «liberata» a Napoli, i migranti smontano la narrazione di Crosetto: «Ma quale dirottamento, abbiamo solo squarciato un telone per respirare»

La Procura di Napoli derubrica i fatti di venerdì a bordo della Galata Seaways incrociando le testimonianze: nessun dirottamento, sequestro o aggressione. Quattro dei clandestini ora in ospedale

Nessun dirottamento, e con ogni probabilità neppure alcuna minaccia o aggressione, tanto meno sequestro di persona. Le prime indagini condotte dalla procura di Napoli sembrano smontare radicalmente la narrazione offerta su quanto accaduto venerdì nelle acque del Golfo dal ministero della Difesa, quasi in presa diretta dal ministro Guido Crosetto ospite in quelle ore della kermesse pugliese di Bruno Vespa. Le pm Enrica Parascandolo e Alessandra Converso hanno infatti sentito nella giornata di ieri 11 dei 15 migranti che erano a bordo della Galata Seaways, la nave turca sulla quale sono intervenuti i militari italiani dopo l’allarme lanciato dal comandate, incrociando le loro testimonianze con i video delle telecamere di bordo e con le versioni di altri presenti. E il racconto dei migranti, 15 in tutto, converge: si erano nascosti a bordo della nave sperando di guadagnare uno spicchio d’Europa. A un certo punto, durante la navigazione, in acque italiane, sono stati scoperti dall’equipaggio. A quel punto «abbiamo avuto paura che ci rimpatriassero», hanno detto agli inquirenti. L’unico atto «violento» concreto di cui si sarebbero macchiati sarebbe stato il tentativo di tagliare con due coltelli e un taglierino il telone del camion sul quale si erano nascosti, per prendere aria. Una storia di disperazione, dunque, ben più che di violenza, o ancor meno di «pirateria» – come nelle prime ore la ricostruzione della Difesa italiana aveva lasciato intendere. Dei 15 migranti, di nazionalità siriana e irachena, due sono donne incinte, e due minori. Le due donne si trovano ora in ospedale, così come altri due uomini – riferisce Repubblica – uno in severa ipotermia, l’altro con una sospetta frattura alla caviglia.


L’allarme del comandante e l’intervento della Brigata San Marco

Dal punto di vista procedurale, la condotta del comandante della Galata Seaways è considerato ineccepibile: informato, con tanto di prova video dalle telecamere di bordo, del fatto che sulla nave fossero presenti persone non registrate armate di alcuni coltelli, ha attivato il protocollo d’emergenza – facendo riparare l’equipaggio nella cabina blindata e lanciando l’Sos. Allarme raccolto dalla Marina italiana, stante la posizione dell’imbarcazione, 90 miglia a sud di Napoli. La segnalazione della Capitaneria di Porto del capoluogo campano fa scattare infatti l’intervento dei reparti di élite: l’elicottero Nh90 partito dalla Puglia, il boarding team del battaglione San Marco su un secondo elicottero; due navi militari di supporto all’operazione: la Gregoretti e la Montecimone. Un dispositivo da operazione di anti-pirateria, appunto. Rivelatosi però, stando alla prima ricostruzione della Procura, fortunatamente perfino eccessivo. Una volta calatisi a bordo, infatti, i militari italiani hanno trovato i migranti «in uno dei piani cargo fra i vari telonati e container della nave, e sono stati collaborativi», ha spiegato a SkyTg24 il tenete di vascello del secondo reggimento Brigata San Marco, Luca Canepa. Non si erano mai spostati dalla zona in cui avevano cercato rifugio, insomma. Né hanno tentato di aggredire il personale di bordo, tanto meno le forze speciali che hanno «liberato» la nave.


Le ipotesi di reato ora al vaglio della Procura

Dalla ricostruzione, insomma, emerge un quadro ben diverso da quello veicolato pubblicamente, quasi in presa diretta, dal ministro della Difesa. Crosetto venerdì sera aveva giubilato dal Forum Masseria di Vespa per l’operazione delle forze speciali italiane che «hanno ripreso il controllo di una nave turca sequestrata da clandestini armati»: operazione conclusa con «la cattura dei dirottatori che si erano chiusi dentro la nave». La Procura di Napoli non ha invece a questo punto alcun elemento per ipotizzare un dirottamento del mercantile, né il sequestro dell’equipaggio. Restano in piedi soltanto le denunce a piede libero per il possesso a bordo di due coltelli e un taglierino. E si profila inevitabilmente, riferisce ancora Repubblica, l’avvio di un’inchiesta con l’ipotesi di associazione per delinquere finalizzata all’immigrazione clandestina. La Galata Seaways, intanto, ieri pomeriggio ha ripreso la sua regolare rotta.

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