Madonna di Trevignano, via anche l’altare e la teca. Il Tar dà ragione al Comune: «Sono abusivi»

L’entourage della sedicente veggente Gisella Cardia sarebbe pronto a presentare ricorso al Consiglio di Stato

Dopo il gazebo, rimosso dall’associazione dei seguaci della sedicente veggente Gisella Cardia, anche l’altare e la teca che ospita la statua della madonna di Trevignano sono abusivi e vanno levati. Lo ha deciso il Tar del Lazio che ha respinto il ricorso dell’associazione dando ragione alle autorità locali. Nei mesi scorsi la vicenda della “veggente” e del piccolo comune laziale che affaccia sul lago di Bracciano aveva fatto clamore. Ogni 3 del mese, centinaia di fedeli si riuniscono sulla collina di via Campo delle Rose, nell’area del Parco di Bracciano e Martignano, per assistere al presunto miracolo della lacrimazione della statua, all’apparizione della madonna e pregare insieme a Gisella Cardia, al secolo Maria Giuseppa Scarpulla. Nel tempo, per accogliere i seguaci e la statua, erano stati costruiti un gazebo, delle panchine ancorate a terra, l’altare e la teca. Ma la collina si trova all’interno del Parco, è una zona protetta e il terreno è da considerarsi a esclusivo uso agricolo. Come riporta Fanpage.it, l’entourage della veggente non avrebbe intenzione di arrendersi e sarebbe già pronto a proseguire la battaglia legale, presentando un altro ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del Tar. Ma il Comune potrebbe comunque procedere alle demolizioni con lo smantellamento coatto.


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