Frank Matano e la riflessione sull’incidente di Casal Palocco: «Siamo nell’era giurassica dei social, arriverà il meteorite?»

Nato su Youtube fa una lucida analisi di quello che è diventata la rete. O forse di quello che siamo diventati noi

Aveva affidato ai social il suo pensiero sull’omicidio di Francesco Pio Maimone, il 18enne ucciso sul lungomare di Napoli con un colpo di pistola. Anche adesso, sul caso dell’incidente di Casal Palocco dove ha perso al vita un bimbo di 5 anni, Frank Matano dice la sua con un lungo post su Instagram.  «La notizia di Casal Palocco degli youtuber coinvolti nel terribile incidente – scrive – ha toccato un nervo scoperto che tutti fingono di non vedere. Le migliaia di comprensibili e terribili offese arrivate ai ragazzi sono di sicuro un modo di far uscire la rabbia ma dentro c’è anche una buona lavata di coscienza. Qual è il confine tra esprimere sinceramente sé stessi e il bisogno apparentemente fisiologico di tutti di ricevere approvazione da parte di sconosciuti su internet? Una voglia di approvazione che colpisce soprattutto i giovani, me compreso quando ho iniziato a caricare video su internet. Una voglia di esser rilevanti, di esser attuali, di esser visti. I like, i DM, le condivisioni “corazzano l’ego di chi carica a spruzzo su internet le proprie idee o la propria vita. È più facile pensare a se stessi come qualcosa di bidimensionale, sui social raccontiamo le pagine di una vita che non abbiamo mai letto».


«Tutti sotto ipnosi del rullo infinito di TikTok»

«Questo desiderio di catturare l’attenzione – aggiunge – colpisce anche i giornali che ogni giorno sintetizzano pericolosamente un argomento con un titolo accattivante. Certo loro lo fanno per aumentare il numero di visite e aumentare i guadagni delle pubblicità, ma è così diverso dal modo in cui ognuno di noi si autorappresenta sul web». Matano poi spiega che i boomer raccontano «la loro vita con foto orribili e sovraesposte ma di sicuro sono più vicini alla verità» rispetto alle foto patinate da aperitivo. E che la tecnologia sta tagliando i ponti tra giovani e anziani. «Le fondamenta del sistema internet – spiega – si basano su questo bisogno costante di approvazione, malattia che sta contagiando anche gli ingenuo-boomer accarezzati prima. Sono tutti sotto ipnosi del rullo apparentemente infinito di Tik Tok, compresi gli adulti che dicono che i giovani stanno sempre attaccati al telefono… Quando caricate qualcosa chiedetevi onestamente perché lo state facendo». «Ho visto il canale di quei ragazzi e il sistema internet è fatto in modo che ragazzi proprio come loro facciano di tutto per aumentare quelle visite al proprio canale». Spiega che un tempo creda che i social fossero come una moto. Se si corre senza casco ci si fa male. «Non ci credo più – aggiunge – oggi è impossibile non fare incidente». E infine: «Siamo nell’era giurassica dei social, arriverà il meteorite?».


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