Firenze, la faida per il controllo dell’ex Astor dietro la scomparsa di Kata: «Una vendetta per quel tentato omicidio»

La Dda non ha dubbi: la bimba sparita a seguito della defenestrazione di Santiago Manuel Medina Pelaez. Per questo il gip ha disposto il sequestro “urgente” dell’immobile

Non ci sono indizi su dove si trovi Kata, né c’è una pista concreta su chi possa averla in custodia (ammesso che sia stata davvero rapita). Ma a una settimana dalla scomparsa della piccola di origine peruviana, gli inquirenti contano di aver individuato quanto meno il movente che avrebbe spinto «qualcuno» a far sparire Kataleya. La sua vicenda è legata a doppio filo non solo genericamente al racket degli affitti per le stanze dell’ex hotel Astor, ma ad un episodio specifico occorso appena due settimane prima: il tentato omicidio di Santiago Manuel Medina Pelaez, l’ecuadoregno spinto giù dalla finestra del terzo piano lo scorso 28 maggio, non è dato sapere ad oggi da chi, e miracolosamente salvatosi. Ne è convinto il giudice per le indagini preliminari assegnato al caso, Angelo Antonio Pezzuti, come traspare dalle motivazioni del sequestro preventivo dell’immobile di via Maragliano disposto venerdì. Il sequestro di Mia Kataleya Chicllo Alvarez, scrive il giudice nel documento di cui dà conto Il Messaggero, «sembra trovare spiegazione nei rapporti conflittuali che sono sfociati in delitti con denunce reciproche maturati nell’ambito dell’occupazione abusiva dell’hotel Astor all’interno della comunità di peruviani ed ecuadoregni per il possesso delle stanze dell’albergo». Quale fosse il ruolo della famiglia, o magari della cerchia più ampia, della piccola Kataleya in questa disfida, resta tutto da appurare. Ma per la direzione distrettuale antimafia di Firenze, associata nel corso della settimana alle indagini sul caso, è certo che la sua sparizione sia da ricondursi al tentato omicidio di Media Pelaez e alla più vasta rivalità tra clan per la gestione delle stanze dello stabile occupato.


Quello sgombero rimandato da mesi

È per porre fine una volta per tutte a questo racket criminale, e ai tanti piccoli e grandi misfatti del quotidiano che vi avvenivano, che la procura ha disposto lo sgombero urgente dell’ex Astor. L’ipotesi di reato principale a carico di persone al momento ancora da identificare è quella di «invasione e occupazione abusiva» del palazzo. Fatto sgomberare nella giornata di sabato, appunto, in virtù del «pericolo che il protrarsi della condotto criminosa, impedendo i necessari e urgenti lavori di ristrutturazione e messa a norma dell’edificio occupato, agevoli o protragga le conseguenze del reato contestato o agevoli la commissione di altri reati». Quel palazzo, insomma, andava bonificato. Lo sarebbe dovuto essere da molto tempo, per la verità, se è vero che la denuncia di occupazione illegale dell’edificio fu presentata dal titolare della società proprietaria dell’hotel Astor, Carlo Vadi, il 19 settembre del 2022. Ma nulla accadde, nonostante – a quanto emerge – già in quello stesso mese il sindaco Dario Nardella insieme alll’assessora Sara Funero sollecitarono lo sgombero dell’immobile. Eppure tutto si fermò in attesa di un decreto dell’autorità giudiziaria mai arrivata, secondo quanto ricostruisce il Corriere della Sera. Ora la sparizione di Kata, 5 anni, ha dato un’inevitabile accelerata record alla procedura. «Come evidenziato dal pubblico ministero, le persone che attualmente dimorano abusivamente nell’hotel Astor vivono in condizioni di assoluto degrado economico, e alcuni fanno spesso uso di sostanze alcoliche, che portano anche a episodi criminosi, che hanno come luogo cardine tale struttura alberghiera, come testimoniano dagli accadimenti conseguenti al tentato omicidio di Santiago Manuel Medina Pelaez». Una goccia che ha fatto traboccare il vaso di equilibri fin troppo precari fra i clan che si spartivano la gestione del palazzo, sono convinti gli inquirenti. E di cui a fare le spese è stata una bambina di 5 anni.


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