Dopo le dimissioni dall’assemblea Pd, D’Amato valuta se lasciare il partito. Calenda: «Felice di accoglierlo in Azione»

Nel pomeriggio, la direzione nazionale al Nazareno. Furfaro, braccio destro di Schlein, si rifiuta di commentare la decisione dell’ex assessore del Lazio

La partecipazione di Elly Schlein alla manifestazione del Movimento 5 stelle di sabato scorso ha fatto divaricare le crepe interne al Partito democratico. La componente riformista, già insofferente al posizionamento della segretaria su temi come la guerra e l’ambiente, non vuole essere associata a un partito che fa parlare sul proprio palco Beppe Grillo, con scivolose metafore su «brigate» e «passamontagna», e l’anti atlantista Moni Ovadia. Il primo contraccolpo per Schlein è arrivato da Alessio D’Amato. Il candidato presidente alle ultime Regionali nel Lazio, in dissenso con la leader del Nazareno, ha lasciato l’assemblea nazionale del partito: «Brigate e passamontagna anche no. È stato un errore politico partecipare alla manifestazione dei 5 stelle. Vi voglio bene, ma non mi ritrovo in questa linea politica». In un’intervista al Messaggero, oggi 19 giugno, non ha escluso la possibilità di lasciare definitivamente il Pd: «Dipenderà dall’evoluzione della discussione nei prossimi giorni. Sono sorpreso che nessuno mi abbia chiamato e lavorerò per far valere le tesi della sinistra riformista, che deve avere un linguaggio chiaro, farsi comprendere e contrastare sia sovranisti che populisti». Marco Furfaro, braccio destro di Schlein, intercettato dai cronisti, si è rifiutato di commentare. Mentre Carlo Calenda, primo sponsor di D’Amato per la corsa alle Regionali dello scorso febbraio, ad Agorà, ha tessuto un elogio dell’ex assessore alla Salute: «L’ho sentito tante volte. È una persona di qualità, conta perché sa fare accadere le cose. So che ci sono tante persone in sofferenza. Sarei felicissimo se D’Amato mi chiedesse di entrare in Azione. Come sarei felicissimo dei sindaci che si misurano con la capacità di fare accadere le cose. Noi vogliamo costruire un partito di amministratori».


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