Il calciatore ha avuto un incidente a cavallo lo scorso 28 maggio
A tre settimane dall’incidente a cavallo, il portiere del Paris Saint-Germain è uscito dal coma. È stata la moglie del calciatore, Alba Silva, a confermare ai cronisti all’uscita dall’ospedale dei miglioramenti del marito. «Sta facendo piccoli passi avanti, poco a poco, e finalmente vediamo la luce», ha detto la donna, «grazie all’ospedale e al personale sanitario che è incredibile». Il 29enne è uscito dal coma indotto e avrebbe riconosciuto i familiari intorno a lui. Lo scorso 28 maggio lo spagnolo era a cavallo con la moglie a El Rocio, nella provincia di Huelva, quando è stato disarcionato e ha battuto la testa cadendo. Rico era stato portato in elisoccorso all’ospedale di Siviglia Virgen del Rocío, dove era stato ricoverato in condizioni gravi ma stabili.
«È ora il momento di mobilitare tutto il partito sulla nostra agenda per l’Italia e per l’Europa. Ho ricevuto un mandato, ricostruire una identità chiara del partito, che ci renda riconoscibili. Se si tenta di rappresentare tutto e il contrario di tutto si rischia di non rappresentare nessuno e lasciare spazi agli altri». Elly Schlein, con un trentina di minuti di ritardo, dà inizio alla direzione nazionale del Partito democratico. È un discorso lungo che, in parte, accenna a un’autocritica delle ultime sfide affrontate dal Nazareno. Nell’ordine, la segretaria ringrazia Roberto Speranza, Articolo uno e Pier Luigi Bersani per aver scelto di rientrare e dare una mano al Pd. Dopodiché invita i rappresentanti del suo partito a vivere «un’estate militante», mettendo l’accento su due questioni spinose per il governo Meloni: Pnrr, «per suonare dal basso una sveglia all’esecutivo», e autonomia differenziata, «che vuol dire portare a compimento i mai sopiti sogni della secessione leghista».
Agli intenti, segue una riflessione sulle ultime amministrative: «C’è stato un forte psicodramma sulla sconfitta, ma non ci prendiamo più demeriti di quelli che abbiamo. La destra ha una coalizione che, anche quando si divide, poi si ricompatta. Noi quella coalizione oggi non ce l’abbiamo. Non abbiamo perso da soli, ma non pensiamo di essere autosufficienti, dobbiamo costruire sinergie con le forze alternative alla destra. Per questo continueremo a insistere con le altre opposizioni sui temi su cui possiamo unire forze piuttosto che insistere su differenze che pure sono significative». Schlein lancia, per il 14 e 15 luglio, «una grande iniziativa» contro l’autonomia differenziata. Annuncia la partecipazione alla piazza della Cgil sulla sanità pubblica, una manifestazione, il 30 giugno, per la casa, e altre forme di mobilitazione. «Organizzeremo una segreteria nazionale a Ventotene, dove sta per aprire un circolo Pd. Ci sembra il modo più giusto per guardare con lo spirito giusto al rinnovo del Parlamento europeo».
La segretaria del Nazareno non rinuncia agli attacchi verso Giorgia Meloni: «È una vergogna che una presidente del Consiglio parli di pizzo di Stato. È inaccettabile per l’ideologia che sottende e strizza l’occhio a chi evade». In generale, Schlein imputa al governo di andare avanti piantando «bandierine ideologiche perché sa solo cavalcare le paure, ma non sa dare risposte». Parla della propensione all’introduzione di nuovi reati da parte della maggioranza. A proposito di reati, interviene nuovamente sul solo che il governo ha deciso di abrogare: «Siamo disponibili a lavorare a una riforma dell’abuso d’ufficio, ma l’abrogazione sarebbe in contrasto con la normativa europea», afferma. Aggiungendo che «la riforma della giustizia nel suo complesso è la montagna che ha partorito il topolino, con pochi interventi spot». In un frangente, la segretaria si commuove ricordando la scomparsa di Flavia Franzoni, moglie di Romano Prodi.
Dopo un lungo applauso, Schlein affronta il tema della guerra in Ucraina. Ribadisce: «Siamo sempre stati chiari e lineari nel pieno supporto all’Ucraina per la difesa. anche con aiuti militari. Abbiamo tenuto e continueremo a tenere un atteggiamento coerente, ma non dismettiamo la prospettiva di una pace giusta, facciamo nostre le parole di Sergio Mattarella di non distogliere la ricerca di un approdo di pace. Una forza di sinistra come la nostra non può dismettere la parola pace». Non schiva le polemiche relative alla sua partecipazione alla manifestazione organizzata dal Movimento 5 stelle sul precariato. Piuttosto, spiega così la sua adesione: «Con il M5s sull’Ucraina ci sono distanze enormi, ma sul lavoro possiamo unire i nostri sforzi. Se mi chiama Carlo Calenda a un sua manifestazione, io porto un saluto anche lì, ma non cambio idea sul sindaco d’Italia». Con il leader di Azione, afferma, ci sono state diverse telefonate negli ultimi giorni.
Tra le opposizioni, una critica più netta è a Matteo Renzi: «Dispiace che supporti il candidato della destra al Molise. Non può dare lezioni di subalternità, visto che al Nazareno invitò subito Silvio Berlusconi». Leggendo la sua relazione, la segretaria elenca un’agenda di sette punti su cui procedere, tanto per opporsi alle politiche del centrodestra quanto per delineare con precisione la proposta politica del Pd. Ai suoi, consapevole della presenza di diverse sensibilità nel partito, dice: «Vanno bene le discussioni e le critiche, ma serve anche la lealtà sui temi che ci uniscono. Non mi dovrete mai convincere che la segretaria non basta da sola, l’ho detto io fin dall’inizio. Io credo nel gioco di squadra, nella leadership collettiva. A me tocca provare a tenervi insieme nella chiarezza della linea politica uscita dal congresso». E conclude: «Quando sento che non c’è una linea politica sorrido, di contenuti siamo pieni ma siamo bravi a coprirli con le divisioni interne. Se a qualcuno questa linea non piace lo ammetta e non trovi altre scuse. Siamo qui per restare e restare insieme e fare quello che ci hanno chiesto gli elettori alle primarie. Non c’è alcun bisogno di lealtà a me come segretaria ma di un po’ di rispetto al partito e agli elettori delle primarie».