Matteo Di Pietro: perché lo youtuber dell’incidente di Casal Palocco si trova agli arresti domiciliari

Tra i motivi principali il rischio di fuga ma gli inquirenti hanno vietato al giovane anche qualsiasi contatto con il mondo esterno

Matteo Di Pietro, 20enne youtuber dei TheBordeline alla guida del Suv Lamborghini coinvolto nell’incidente a Casal Palocco che ha portato alla morte del piccolo Manuel, è da ieri agli arresti domiciliari. Finora sul fascicolo aperto per l’incidente risulta come unico indagato per omicidio stradale e lesioni. Fra le motivazioni della misura – spiega oggi Il Giornale – il pericolo di allontanamento, ipotesi concreta avvalorata dalle «voci di quartiere», smentite dai legali della famiglia, che sostenevano una fuga degli indagati all’estero. Precisamente si parlava della Spagna per Di Pietro, della Turchia per il socio della «The Borderline» Vito Loiacono.


Di Pietro potrebbe «parlare con gli altri testimoni»

Non sembra esserci tra i motivi il pericolo di reiterazione del reato, dato che a Di Pietro è stata sospesa la patente e non possiede mezzi da guidare. Sull’inquinamento delle prove finora tutti i dispositivi dei quattro a bordo del Suv sono stati sequestrati ma c’è un pericolo: Di Pietro potrebbe parlare con gli altri ragazzi, finora testimoni dell’incidente. Il giovane non si è mai allontanato dall’Italia, ha cambiato domicilio – spiega il legale della famiglia – per evitare la pressione mediatica nei giorni successivi all’incidente. Ora, come riporta oggi Repubblica, non potrà nemmeno avere contatti con il mondo esterno e dovrà dire addio ai social network che avevano fatto la sua fortuna.


Il divieto di avere contatti con il mondo esterno

Secondo gli inquirenti il rischio è che possa interagire con i principali testimoni dell’inchiesta, ovvero Alessio Ciaffaroni, Vito Loiacono e Simone Dutto, i tre ragazzi che erano a bordo con lui sulla Lamborghini, dove c’era anche una ragazza, Gaia Nota, salita a bordo del bolide pochi minuti prima dell’incidente. La dinamica dello scontro non è chiara, così come non è stata definita con precisione la velocità del Suv. Quello che finora sembra certo è che il giovane Di Pietro aveva preso a noleggio per 2mila euro al giorno l’auto, auto che al momento dell’impatto viaggiava ben oltre i 30 chilometri orari previsti su quel tratto. Ulteriori perizie sono attese nei prossimi giorni così come sono al setaccio telefonini, computer, ma anche le schede di memoria di tutte le videocamere utilizzate per la challenge.

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