Pompei, in un nuovo affresco emerge una pizza “ante litteram” – Le foto e il video

È raffigurata una focaccia servita con melograno, datteri e spezie, accompagnata da vino, che veniva offerta agli ospiti

Una pizza “ante litteram”, o comunque una focaccia posta su un vassoio di argento e servita con melograni, frutta, datteri, spezie e vino. È quanto emerso nell’analisi di una natura morta presente in un affresco analizzato durante gli scavi nell’insula 10 della Regio IX a Pompei. L’affresco, nello specifico, è stato ritrovato nell’atrio di una casa a cui era annesso un panificio, già esplorato in parte tra il 1888 ed il 1891 e le cui indagini sono state riprese a gennaio scorso. Nelle scorse settimane nella stessa area erano stati trovati gli scheletri di tre vittime dell’eruzione del Vesuvio, che presumibilmente cercavano riparo nel panificio. Quanto al nuovo affresco, come spiegato dagli archeologi del Parco in un comunicato ufficiale «si suppone che accanto a un calice di vino, posato su un vassoio di argento, sia raffigurata una focaccia di forma piatta che funge da supporto per frutti vari (individuabili un melograno e forse un dattero), condita con spezie o forse piuttosto con un tipo di pesto (moretum in latino), indicato da puntini color giallastro e ocra. Inoltre, presenti sullo stesso vassoio, frutta secca e una ghirlanda di corbezzoli gialli, accanto a datteri e melograni».


Parco Archeologico di Pompei

Come spiegato dal direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, «oltre all’identificazione precisa dei cibi rappresentati ritroviamo in questo affresco alcuni temi della tradizione ellenistica, elaborata poi da autori di epoca romana-imperiale come Virgilio, Marziale e Filostrato». E Zuchtriegel prosegue: «Penso al contrasto tra un pasto frugale e semplice, che rimanda a una sfera tra il bucolico e il sacro, da un lato, e il lusso dei vassoi d’argento e la raffinatezza delle rappresentazioni artistiche e letterarie dall’altro. Come non pensare, a tal proposito, alla pizza, anch’essa nata come un piatto “povero” nell’Italia meridionale, che ormai ha conquistato il mondo e viene servito anche in ristoranti stellati».


Parco Archeologico di Pompei

Note nell’antichità come xenia, l’affresco raffigura “doni ospitali” che venivano offerti agli ospiti, secondo una tradizione greca risalente al periodo ellenistico. Una descrizione di questo tipo di iconografia è presente in un passo dell’Eneide di Virgilio, in cui viene descritto come questo tipo di “pizze” o focacce, venivano utilizzate come contenitori (mense). Sopra venivano posti frutti, spezie e quelli che oggigiorno chiameremmo “condimenti”. E questi “doni ospitali” erano propiziatori e venivano offerti per augurare agli eroi (nel caso specifico si trattava dei troiani) di trovare una nuova patria, e «spinto a lidi sconosciuti, esaurito ogni cibo» li avrebbe portati a «divorare anche le mense». Non è la prima volta che nel Parco archeologico vengono trovate raffigurazioni simili. Al momento gli archeologi ne hanno individuate circa trecento.

Parco Archeologico di Pompei

Leggi anche: