Russia, Cina, economia e migranti, al via a Bruxelles il Consiglio europeo. Meloni: «In 8 mesi abbiamo ribaltato l’approccio Ue» – Il video

Il segnale della premier dopo l’attacco alla Bce: «Sull’aumento dei mutui dobbiamo fare di più, serve impegno quotidiano»

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è arrivata a Bruxelles per il vertice dei 27 capi di Stato e di governo dell’Ue, in programma oggi e domani. Sul tavolo del Consiglio europeo ci sarà chiaramente l’analisi di quanto avvenuto lo scorso finesettimana in Russia, e l’impatto che lo scontro di potere tra vertici del Cremlino e gruppo Wagner potrà avere sul conflitto in Ucraina. Ma anche altri dossier cruciali, e già previsti in discussione: le prospettive dell’economia europea e i nuovi strumenti per la sua governance, la gestione dei flussi migratori – con riferimento all’accordo trovato dai ministri degli Interni dei 27 poche settimane fa – e ancora l’equilibrio da trovare nei rapporti con la Cina. Una serie di questioni importanti sulle quali da giorni, come da prassi, circolano le bozze del documento che i capi di Stato e di governo discuteranno. Una bozza di conclusioni «molto positiva per l’Italia», ha detto Meloni arrivando al palazzo del Consiglio: «Sulle migrazioni, sulla Tunisia, sulla flessibilità nell’uso dei fondi Ue, sui primi passi verso un fondo sovrano europeo, ci sono le nostre posizioni». Sulla questione dell’immigrazione in particolare, secondo la premier, «quello che c’è scritto nelle conclusioni era impensabile otto mesi fa. Siamo davvero riusciti a cambiare il punto di vista, anche col contributo di altre nazioni: dall’annosa divisione tra Paesi di primo approdo e quelli oggetto di movimenti secondari ad un approccio unico che risolve i problemi di tutti, quello della dimensione esterna». 


Le spine Italia-Ue sulla gestione dell’economia

Sull’approccio di politica monetaria della Bce, quello di continui rialzi di tassi d’interesse per tentare di domare l’inflazione, Meloni ha ribadito di aver «già detto ciò che penso»: riferimento all’attacco portato ieri in Parlamento, quando la premier aveva detto che la politica della Bce «rischia di provocare più danni dell’inflazione stessa». Meloni non si è sottratta invece a una breve riflessione su uno dei principali effetti indesiderati della crescita dei tassi a cascata delle banche: l’aumento del costo dei mutui. «Siamo già intervenuti negli scorsi mesi per agevolare la convertibilità dei muti a tasso variabile in tasso fisso, ma bisogna fare di più», ha spronato la premier rivolta idealmente soprattutto a Giancarlo Giorgetti: «Ne sto discutendo con il ministro dell’Economia, l’impegno del governo su questo deve essere quotidiano». Quanto all’altro corno della disputa di politica economia tra Italia e Ue, la ratifica in sospeso del nuovo Trattato del Mes, anche questa mattina è arrivata l’ennesima azione di pressing del presidente dell’Eurogruppo Paschal Donohoe, che ieri aveva inviato una lettera al presidente del Consiglio europeo Charles Michel per caldeggiare che il punto sia discusso nel vertice dei leader. «Rispetto assolutamente e posso capire il punto di vista del governo italiano se dice che non vuole accedere al Mes», ha detto Donohoe al Parlamento europeo. «Ma la ratifica del trattato consentirà che il maggior potere del Mes sia messo a disposizione di altri Paesi, che potrebbero invece decidere di volersene avvalere nel futuro. Mi auguro che questo potrà essere considerato all’interno del dibattito in corso in Italia».


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