Ornella Muti e il #metoo: «Oggi gli uomini non sanno più come provarci. Hanno paura delle denunce, è assurdo»

L’attrice racconta la sua carriera e ricorda Francesco Nuti

Ornella Muti attualmente vive a Lerma nel Monferrato. Con la figlia Naike ha scelto come sua casa un’abbazia del Seicento in cui si produceva vino. «Abbiamo deciso di farne la nostra casa. Il posto è magnifico, fuori dal centro abitato, in mezzo al verde», dice oggi in un’intervista a La Stampa. L’attrice racconta la sua carriera a partire dal suo esordio nel 1970. Il film era “La moglie più bella” di Damiano Damiani: «Quel ruolo arrivò per caso. Ero andata al provino solo per accompagnare mia sorella, alla fine presero me. Non perché fossi più brava, a loro serviva una ragazzina di 14 anni e io avevo quell’età. La parte era bellissima, ispirata alla figura vera di Franca Viola, la prima donna che in Italia rifiutò il matrimonio riparatore. Fu Damiani a inventarsi il mio nome d’arte, non voleva che mi confondessero con un’altra attrice, Luisa Rivelli».


Il ricordo di Nuti

Poi nel colloquio con Fabrizio Accatino ricorda Francesco Nuti, recentemente scomparso: «Una persona sensibile e un grande attore, capace di rileggere la comicità toscana in una chiave personale, malinconica. La sua morte è stata un dolore. Chissà, forse si portava dietro pezzi pesanti della sua storia personale, che alla fine l’hanno trascinato a fondo». E dice che non rinnegherà Woody Allen nonostante il #metoo: «Ho avuto il piacere e l’onore di essere diretta da lui in “To Rome with Love”. Lui è un grande autore, che con i suoi dialoghi serrati ha cambiato il modo di fare cinema. E comunque non è mai stato condannato per nulla. Gli americani sono speciali nell’arte dello scagliare la prima pietra, come se fossero tutti senza peccato. Se facesse cinema solo chi è immacolato non lavorerebbe più nessuno».


Il #metoo

E proprio sul #metoo Muti ha qualcosa da dire: «Diciamo che ha messo sul chi va là molti personaggi del cinema. Io stessa sull’argomento ne avrei da raccontare. Mia madre mi ha sempre accompagnato ai provini fino alla maggiore età e dopo sono stata brava a non ritrovarmi in situazioni potenzialmente pericolose. Anche qui però si è andati oltre. Oggi gli uomini non sanno più come provarci, se ci fanno una carezza sul braccio hanno paura che li denunciamo. Il che è assurdo». Infine, ricorda Putin (che ha conosciuto) come «un uomo molto cordiale. Con me e gli altri ospiti fu gentilissimo, si vedeva che amava gli italiani, almeno all’epoca. Ci portò in giro per la città, facendoci da cicerone e chiacchierando molto. Certo, guardando i telegiornali si fatica a pensare che sia la stessa persona di quella sera».

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