Il matematico Figalli: «L’Intelligenza Artificiale non ci ruberà il lavoro ma ci renderà più pigri a scuola e all’università»

Ha vinto la medaglia Fields nel 2018. E spiega quali sono i veri rischi dell’AI

Alessio Figalli è un ex dipendente di Google che ha vinto la medaglia Fields nel 2018. Oggi insegna e fa ricerca a Zurigo. E in un’intervista a la Repubblica spiega che l’intelligenza artificiale non ci ruberà il lavoro. Ma è possibile che ci renda tutti più pigri. «Potrebbe eliminare, nella matematica ma non solo, una parte dei lavori. Se l’intelligenza artificiale ottimizza i processi, avrai bisogno di meno energie dedicate a quei processi. No, non penso che mi toglierà il lavoro, ma potrebbe eliminare, nella matematica ma non solo, una parte dei lavori. Se l’intelligenza artificiale ottimizza i processi, avrai bisogno di meno energie dedicate a quei processi», spiega nel colloquio con Alessio Sgherza.


Intelligenze non così intelligenti

Figalli spiega che le intelligenze artificiali non sono “intelligenti”: «Si basano sulle esperienze passate e riproducono ma con una potenza di calcolo così avanzata da simulare l’intelligenza. Possono combinare cose in maniera originale, ma non creano cose davvero nuove». E quindi possono «scrivere articoli di ricerca e cambiare singole dimostrazioni. Ma a che livello?». Quello che gli fa paura è altro: «Se le IA vengono usate dai giovani come scorciatoia non permettono loro di crescere. Provo a spiegarmi: uno studente, un ricercatore, si formano risolvendo problemi matematici complessi rispetto al loro livello. Ci possono mettere settimane, per poi passare a un livello successivo. Ma se un bot può darti il risultato in pochi secondi sostanzialmente è come dire a un ragazzo “hai la soluzione a portata di mano ma è importante che tu ci metta un mese ad arrivarci”. Vale anche per il latino, per qualunque cosa. Ci vuole molta forza di volontà. Quindi secondo me le IA non sostituiranno lavori di livello intellettuale alto, anzi ne hanno bisogno per migliorarsi. Ma quando le persone non avranno più lo stimolo di arrivare a quel livello perché l’unico modo di farlo è con il sacrificio, quello è un rischio, quello mi preoccupa».


Le IA che stupiscono

Figalli dice però che qualcosa lo stupisce: «Io sono impressionato da come funzionano bene. Non è intelligente, ma è incredibile lo stesso. Tra pochi anni potrà risolvere problemi matematici di altissimo livello. Poi è vero che a volte ti danno la risposta sbagliata, ma non è quello il punto». È rischioso se non si sa riconoscere cosa è falso: «Certo, per questo è importante che l’intelligenza artificiale sia un supporto. Sicuramente diventerà più veloce di me a risolvere problemi matematici, ma va bene così. Non è una gara a chi fa più velocemente le tabelline, quello già lo fa la calcolatrice. Ma la calcolatrice è e resta uno strumento».

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