Meraviglie della giustizia italiana: Tar del Lazio paralizzato da una querelle sulla metrica di Petrarca

Lo stallo al tribunale amministrativo dopo la valanga di ricorsi degli esclusi al concorso per la cattedra di italiano, storia e geografia della scuola secondaria

Il Tar del Lazio deve prendere una decisione sulla metrica di “Chiare, fresche e dolci acque”, la canzone scritta da Francesco Petrarca fra il 1340 e il 1341 e inserita nel Canzoniere al numero CXXVI, e ovviamente non è in grado di prendere alcun tipo di decisione non avendone la competenza letteraria.


Solo che il tribunale amministrativo del Lazio si trova sommerso di ricorsi di esclusi dal concorso del 30 marzo 2022 per ottenere una cattedra di Italiano, Storia e Geografia nella scuola secondaria. E molti puntano su un quesito contenuto nel questionario ministeriale per la prova scritta che se superato li avrebbe portati alla prova orale con cui giocarsi tutte le carte. Ne sono stati esclusi e chiedono giustizia proprio su una domanda di metrica che riguardava la canzone del Petrarca in cui si chiedeva quale fosse la “sirma” (detta anche sìrima) nella quarta stanza della canzone.


L’ultimo ricorso è stato esaminato dal Tar del Lazio venerdì 7 luglio, ed è stato presentato da una aspirante docente ligure, Chiara Italiano, esclusa dagli orali per avere ottenuto agli scritti il punteggio di 68/100: sarebbe bastata una risposta esatta in più per provare ad ottenere la cattedra con l’esame orale. Secondo lei (ma sono tanti a puntare sulla domanda) era sbagliata la risposta ministeriale alla domanda sulla “sirma”, e giusta invece l’identificazione del verso contenuta nella sua risposta (per il ministero invece quella identificata dalla Italiano sarebbe la “chiave” della stanza).

Naturalmente i giudici del Tar – per quanta cultura classica abbiano studiato – si sono dichiarati incompetenti. Ma giuridicamente lo sono su quel concorso. Quindi hanno scelto ora come nei mesi scorsi di nominare come giudice “extra” per dirimere la querelle il preside della facoltà di lettere e filosofia dell’università La Sapienza di Roma, dandogli facoltà di delegare la risposta a un professore ordinario specializzato, ma obbligandolo a una risposta motivata entro 30 giorni. Il lavoro del giudice extra dovrà essere pagato però dalla ricorrente, ed è stato valutato 500 euro. La causa è stata rinviata al prossimo 5 dicembre. La Sapienza però si trova in questo momento oberata da queste missioni straordinarie delegate dal Tar del Lazio e rischia di ingolfarsi pure lei…

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